Nel 2024 la spesa sostenuta dalle famiglie italiane per la gestione dei conti correnti si conferma nel complesso stabile, ma dietro il dato medio si muovono dinamiche differenti che raccontano un cambiamento profondo nelle abitudini bancarie. È quanto emerge dall’indagine annuale sul costo dei conti correnti della Banca d’Italia, che analizza in modo puntuale le spese effettivamente sostenute dai correntisti sulla base degli estratti conto di fine anno, superando la logica dei panieri teorici di servizi.
Conti correnti, nel 2024 i costi tengono ma cambiano le abitudini degli italiani
La rilevazione, condotta nel 2025, ha riguardato complessivamente 12.053 conti correnti bancari tradizionali riferibili a 604 sportelli, 1.490 conti correnti online non associati a sportelli fisici e 998 conti correnti postali selezionati presso 50 sportelli. Per ciascun rapporto sono stati rilevati il numero delle operazioni effettuate nell’arco dell’anno e il costo sostenuto per ogni singolo servizio, consentendo di calcolare i costi unitari reali e di osservare l’impatto dei comportamenti dei correntisti sulla spesa finale.
Per i conti correnti tradizionali, nel 2024 si registra una diminuzione dei canoni di base e dei costi legati all’emissione delle carte di debito. Ma a fronte di questo calo aumentano le commissioni medie applicate sulle operazioni e cresce anche l’operatività dei clienti. L’effetto combinato di queste componenti ha mantenuto sostanzialmente invariata la spesa media complessiva di gestione, che si è attestata a 101,1 euro, contro i 100,7 euro del 2023.
Diverso l’andamento dei conti correnti online, che continuano a rappresentare l’alternativa più economica per i consumatori. In questo segmento si osserva una riduzione dei prezzi unitari dei servizi, ma anche un incremento dell’operatività, segno di un utilizzo sempre più intenso di questi strumenti. La spesa media di gestione è così salita di 1,7 euro, raggiungendo i 30,6 euro annui, un livello comunque nettamente inferiore rispetto alle altre tipologie di conto.
Più marcato l’aumento dei costi per i conti correnti postali, dove crescono sia le commissioni unitarie sia il numero delle operazioni effettuate. La spesa media di gestione passa così da 67,3 a 71,6 euro, evidenziando un progressivo avvicinamento ai livelli dei conti bancari tradizionali, pur restando su valori intermedi.
Nel complesso, la spesa media ponderata delle tre tipologie di conto corrente si è attestata a 85,3 euro, in calo di 2,5 euro rispetto all’anno precedente. La riduzione non deriva tanto da un abbassamento generalizzato dei prezzi, quanto dal cambiamento nella composizione della popolazione dei correntisti. In particolare, l’aumento del peso dei conti online ha contribuito a ridurre la spesa media di 3,6 euro, effetto parzialmente compensato dall’incremento dei prezzi (+1,0 euro) e da una maggiore operatività (+0,1 euro).
Sul fronte delle commissioni legate al credito, l’indagine segnala una sostanziale stabilità della commissione per la messa a disposizione dei fondi nei contratti di apertura di credito in conto corrente, rimasta all’1,6 per cento del credito accordato, in lieve calo rispetto all’1,7 per cento del 2023. In aumento, invece, la commissione unitaria di istruttoria veloce applicata agli sconfinamenti e agli scoperti di conto corrente, salita da 13,7 a 16,2 euro, un dato che richiama l’attenzione sui costi legati a una gestione non sempre pianificata della liquidità.
Una trasformazione, quelle descritta, che continua a ridisegnare il rapporto tra famiglie e banche, spingendo il mercato verso modelli più flessibili e competitivi.