I richiami degli uffici del Quirinale erano troppo puntuali per cercare di rabberciare con una sforbiciata il testo, pensando di fare contento il presidente della Repubblica.
Il Colle si mette per traverso, il governo stralcia da Ddl Sport due articoli
Quindi il governo ha deciso di tirare via, dal Ddl Sport, in discussione al Senato, due articoli il cui testo, per come aveva annunciato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Cirianni, sarebbe stato modificato in aula. Ma, evidentemente, i margini per una correzione in corsa non c'erano e, quindi, nonostante il testo sia stato già approvato dalla Camera, è stato, con garbo istituzionale, ritirato.
Il primo articolo riguardava l'istituzione l'istituzione di una Commissione indipendente che controlli i conti delle federazioni sportive professionistiche, quindi anche di calcio e basket. Una commissione che, a detta dei critici, sembrava essere un ''guinzaglio'' che si intendeva mettere al collo dell'intero movimento sportivo professionistico che, da parte sua, ci tiene ad una indipendenza non solo formale.
Ma il vero punctum dolens era l'articolo 9 quater del decreto di legge, quello che assegnava alla società Sport e salute Spa (che è diretta emanazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, quindi diretta espressione del Governo) la gestione e l'organizzazione di tutti quegli eventi sportivi di rilevanza nazionale o internazionale in caso di concessione di un contributo statale superiore a cinque milioni.
Traducendo nel concreto, se fosse passato nella sua originaria articolazione, l'articolo avrebbe consentito al governo di esercitare non una funzione di controllo del buon esito di un corposo finanziamento, ma di ''accaparrarsi'' tutto l'evento, sia in termini di gestione (ovvero delle spese) che di organizzazione.
Insomma, se non è stata una bocciatura, poco c'è mancato. Ora il testo dovrà essere rivisto, non solo nella sua esposizione, ma soprattutto nei contenuti sostanziali. Potrebbe bastare una riscrittura, ma, a questo punto, non si può escludere che si ricorra ad un decreto.