La Cina ha informato il Giappone che sospenderà le importazioni di prodotti ittici, secondo quanto ha riferito oggi l'agenzia di stampa nipponica Kyodo, riportando le dichiarazioni di una fonte del governo di Tokyo, appena due settimane dopo la ripresa delle importazioni e in un contesto di crescenti tensioni bilaterali su Taiwan.
Tensioni tra Giappone e Cina su Taiwan: Pechino sospende le importazioni di pesce giapponese
Il Giappone ha ripreso a esportare pesce in Cina il 7 novembre, dopo che Pechino ha parzialmente revocato il divieto imposto sui prodotti ittici giapponesi nell'agosto 2023, quando il Paese asiatico ha iniziato a scaricare acqua contaminata e trattata proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal terremoto e dal successivo tsunami del marzo 2011.
La reimposizione del veto, che la Cina non ha confermato, indica che le tensioni tra i due Paesi persistono a causa delle recenti dichiarazioni del primo ministro giapponese Sanae Takaichi in merito a un possibile intervento giapponese in un conflitto su Taiwan.
Secondo i dettagli pubblicati dall'emittente pubblica NHK, le autorità cinesi avrebbero informato le loro controparti giapponesi che la nuova sospensione era una risposta all'interesse di Pechino nel monitorare la fuoriuscita di acqua contaminata.
Lo scorso giugno Pechino ha approvato la ripresa delle importazioni di pesce e frutti di mare dal Giappone, ad eccezione di quelli provenienti da dieci delle sue 47 prefetture, tra cui Fukushima e Miyagi, due delle più colpite dai disastri naturali di 14 anni fa.
Tokyo ha accolto con favore la notizia, nonostante avesse chiesto al paese vicino di riprendere tutte le esportazioni, fondamentali per l'industria ittica della regione colpita del Giappone nord-orientale.
Questa nuova svolta degli eventi arriva in un momento di rinnovata tensione tra Giappone e Cina, in seguito ai commenti rilasciati dalla leader giapponese nel suo primo mese di mandato, che hanno portato a una crisi diplomatica che ha già colpito settori come il turismo, l'istruzione e l'intrattenimento, con reciproche richieste di boicottaggio.
Oggi il governo cinese ha affermato che il Giappone non ha rispettato i suoi impegni tecnici per l'esportazione di prodotti ittici in Cina e ha avvertito che, a seguito dell'indignazione suscitata dalle recenti dichiarazioni del primo ministro giapponese Sanae Takaichi, "anche se il Giappone esportasse, non ci sarebbe mercato" per quei prodotti nel gigante asiatico.
La portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha dichiarato oggi in una conferenza stampa che, secondo le informazioni a disposizione di Pechino, "il Giappone aveva precedentemente promesso di fornire i materiali tecnici necessari per garantire la sicurezza e la qualità" dei prodotti dell'acquacoltura destinati al mercato cinese, un requisito che ha descritto come una "condizione indispensabile" affinché il Giappone possa riprendere tali esportazioni.
"Tuttavia, il Giappone non ha consegnato la documentazione tecnica promessa", ha affermato.