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ChatGPT diventa un vero assistente personale ma resta fuori dalla Ue

Redazione
 
ChatGPT diventa un vero assistente personale ma resta fuori dalla Ue

Dimenticate il vecchio chatbot da tastiera: il nuovo ChatGPT non si limita più a chiacchierare. Adesso agisce. Letteralmente. OpenAI ha infatti annunciato il lancio di un nuovo “agente AI” capace di prendere decisioni, aprire browser, gestire file, leggere calendari, stilare elenchi di candidati per posti di lavoro e persino prenotare una cena fuori. Insomma, una specie di segretario virtuale onnisciente, ma solo per chi non vive nell’Unione Europea.

ChatGPT diventa un vero assistente personale ma resta fuori dalla Ue

La novità è stata lanciata ieri e, come riportato da The Guardian, segna un passo decisivo verso l’idea dell’intelligenza artificiale come assistente personale operativo, in grado di muoversi tra software e servizi web per completare incarichi senza (quasi) intervento umano. "La speranza è che gli agenti siano in grado di offrire una reale utilità agli utenti, di fare effettivamente qualcosa per loro anziché limitarsi a produrre un testo elaborato e di impatto", ha dichiarato Niamh Burns, analista senior dei media presso Enders Analysis. Una dimostrazione pubblica ha mostrato l’agente ChatGPT accedere al calendario di Google di un utente, individuare una serata libera tra le 18 e le 21, cercare ristoranti italiani, coreani o di sushi con una valutazione superiore a 4,3 stelle e restituire una lista selezionata. Il tutto in 10-15 minuti.

E se l’utente nel frattempo cambia idea, può fermare tutto o correggere il tiro: "Hai sempre il controllo", ha scritto OpenAI sul proprio blog. "ChatGPT richiede l'autorizzazione prima di intraprendere azioni che abbiano conseguenze, e puoi facilmente interrompere, prendere il controllo del browser o bloccare le attività in qualsiasi momento". Ma il nuovo agente può anche accedere a fogli di calcolo, presentazioni, motori di ricerca e altri strumenti da ufficio. In pratica, è in grado di portare a termine attività complesse come la pianificazione di un viaggio, la raccolta di dati professionali o la comparazione di offerte per una posizione lavorativa, spostandosi da un’applicazione all’altra in autonomia.

Ma è tutto oro quel che brilla? Non proprio. OpenAI ha ammesso che dare a un agente AI accesso operativo ai sistemi informatici comporta rischi superiori rispetto ai modelli precedenti. "Con questo modello ci sono più rischi rispetto ai modelli precedenti", ha dichiarato l’azienda. Tra le minacce principali, la possibilità che l’agente cada vittima di siti malevoli che nascondano richieste pericolose, come il tentativo di estrarre dati sensibili o indurre trasferimenti bancari. Per prevenire il peggio, il modello è stato addestrato a chiedere sempre conferma prima di compiere azioni distruttive o irreversibili, come inviare denaro o condividere informazioni riservate. “Sebbene non disponiamo di prove definitive che il modello possa aiutare in modo significativo un principiante a provocare gravi danni biologici — ha specificato OpenAI — stiamo agendo con cautela e implementando subito le necessarie misure di sicurezza”. Ma l’Intelligenza artificiale, si sa, non vive di sola efficienza.

C’è anche il capitolo economico. Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha fatto sapere che potrebbe essere introdotta una commissione del 2% sulle transazioni effettuate tramite il sistema. In altre parole: se l’agente vi aiuta a trovare e comprare il biglietto aereo perfetto, OpenAI potrebbe ottenere una fetta del guadagno. Per ora, l’azienda ha precisato che l’agente non include raccomandazioni di prodotti sponsorizzati, ma il dibattito è aperto.

 Secondo Niamh Burns, “È facile dire che il sistema richiederà la tua approvazione prima di effettuare un acquisto, ma cosa implica il processo di ricerca dei prodotti da parte del sistema? Ci sarebbero accordi commerciali in cui i marchi pagano per essere presentati dagli assistenti, o casi in cui potrebbero presentare i propri prodotti più di quelli della concorrenza?”. Insomma, se non oggi, una forma di pubblicità o posizionamento sponsorizzato sembra quasi inevitabile.

Queste aziende di intelligenza artificiale sono sottoposte a una pressione sempre maggiore per monetizzare i loro prodotti”, ha aggiunto Burns, “e i canali pubblicitari sono una strada già ben battuta”. In tutto questo, come anticipato, gli utenti europei resteranno a guardare. Il nuovo agente non è infatti disponibile all’interno dell’Unione Europea, probabilmente a causa delle normative più restrittive in tema di privacy e protezione dei dati. Il lancio coinvolge invece gli utenti dei piani a pagamento di ChatGPT, cioè coloro che usano le versioni “Pro”, “Plus” o “Teams”.

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