Nel 2023 la propensione al risparmio delle famiglie italiane ha segnato un ulteriore miglioramento rispetto al periodo pre-pandemico, con un valore medio nazionale dell’8,3%, in aumento rispetto al 7,5% del 2019. È quanto emerge dall’analisi condotta da Unioncamere e Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, che offre una fotografia dettagliata del risparmio familiare a livello provinciale e regionale, evidenziando significative differenze territoriali.
Biella resta al vertice della classifica del risparmio delle famiglie italiane
Al primo posto tra le province più risparmiatrici si conferma, per il quinto anno consecutivo, Biella, con una propensione al risparmio del 15,5%, seguita da Asti (13,6%) e Vercelli (13,6%). Queste tre province piemontesi superano di gran lunga la media nazionale. A livello regionale, il Piemonte si attesta in cima alla classifica con l’11,2%, posizionando cinque delle sue province nelle prime dieci posizioni. Seguono Lombardia (10,9%), Liguria e Emilia-Romagna (entrambe con il 10,3%).
Se si guarda all’ammontare complessivo del risparmio generato, sono le grandi città a dominare la scena. Milano, Roma e Torino da sole concentrano quasi un quarto del totale nazionale: Milano guida con oltre 12,5 miliardi di euro (11,6% del totale), seguita da Roma (7,5%) e Torino (5,5%). Complessivamente, il Nord Italia catalizza oltre il 65% del risparmio complessivo, con la sola Lombardia che raccoglie il 27,1%.
Sorprendentemente, il Sud Italia mostra segnali di una crescente cultura del risparmio, nonostante livelli di reddito inferiori alla media nazionale. In ben 18 province, tra cui Avellino e Alessandria, si riscontra una propensione al risparmio superiore alla media nonostante un reddito pro-capite inferiore. Questo indica una risposta prudente all’incertezza economica, con le famiglie che adottano comportamenti finanziari più cauti.
Un caso emblematico è proprio quello di Avellino, dove la propensione al risparmio è del 25,8% sopra la media nazionale, pur avendo un reddito inferiore del 29%. Allo stesso modo Asti, con un reddito più basso del 7%, riesce a risparmiare il 65% in più rispetto alla media italiana.
Esistono però anche aree dove il potenziale di risparmio non è sfruttato. In 15 province, pur con redditi superiori alla media nazionale, la propensione al risparmio è più bassa. È il caso, ad esempio, di Bolzano, dove il reddito supera del 39% la media ma la propensione al risparmio è inferiore del 14%, o Cagliari, con un +4% di reddito e un -35,7% nella propensione al risparmio.
Il report segnala che in 103 province su 107 la propensione al risparmio è cresciuta rispetto al 2019. Le sole eccezioni sono Isernia, Pavia, Cremona e Lodi, dove si è registrata una lieve flessione. Spicca invece Gorizia, che ha guadagnato 14 posizioni rispetto al 2019, a dimostrazione di una crescente capacità di risparmio anche in aree meno centrali.