Siamo a tre settimane dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi a Parigi e da giovedì 1° agosto inizieranno le gare di atletica. Tra le sfide più attese e spettacolari c’è la staffetta, coi puristi che preferiscono la 4X400 (evento che di solito chiude le manifestazioni di atletica) e gli amanti dello spettacolo più interessati alla rapida e tecnica 4X100.
Anche sui mercati stiamo assistendo a una staffetta: il testimone è l’indice azionario e i quattro giocatori sono nell’ordine la politica, i dati macroeconomici (in particolare sul mercato del lavoro), i risultati aziendali e infine le Banche Centrali.
La politica ha già corso la sua frazione: le elezioni europee, quelle francesi e quelle inglesi hanno sostanzialmente terminato il loro impatto sui mercati. Rimangono solo le elezioni americane sullo sfondo, ma sarà una gara che vedremo più avanti all’avvicinarsi dell’autunno, salvo sorprese su un ritiro di Biden, che al momento non sembra l’opzione più probabile. E questo segmento ha visto solamente una falsa partenza per la Francia, che è partita male ma ha raddrizzato le cose in corsa, riportando l’indice europeo agli stessi valori di inizio giugno e allontanando i timori di un governo del Rassemblement National, con posizioni poco europeiste.
Ora il testimone è passato in mano ai dati macroeconomici: dopo qualche segnale di difficoltà proveniente da alcune aziende americane esposte ai consumi (Nike, Levi Strauss, Walgreens) che hanno indicato rallentamenti superiori alle stime, è stata la volta del mercato del lavoro in USA a confermare un rallentamento, anche se non così marcato. Il tasso di disoccupazione è salito di 0,1 punti percentuali e il numero di posti di lavoro è stato leggermente superiore alle attese, ma sotto il trend di lungo periodo: tutto quello che serve per confermare un rallentamento dell’economia americana e dare il via libera alla Fed per poter pensare di tagliare i tassi. L’11 luglio vedremo se anche l’inflazione confermerà la sua lenta discesa: l’aspettativa è di un +3,1% rispetto al +3,3% del mese precedente, discesa sì ma non troppo rapida.
Poi passeremo alla terza frazione: i risultati aziendali. Il 12 luglio, come ormai tradizione, arriveranno i primi numeri dalle banche americane, attesi sostanzialmente stabili ai valori elevati degli ultimi trimestri e ai massimi storici grazie ai rialzi dei tassi. Ma l’attenzione sarà tra il 25 luglio e il 1° agosto, quando riporteranno i colossi della tecnologia: Nvidia, avendo un anno fiscale sfasato di un mese, terrà tutti incollati dalle località di villeggiatura il 23 agosto rilasciando i numeri del semestre. La crescita attesa per l’indice S&P500 è del 9%, la più alta degli ultimi tre anni, spinta ovviamente dai settori Tecnologia, dove troviamo Apple, Nvidia e Microsoft e dalle Comunicazioni, dove risiedono Meta e Alphabet. Per questi due settori la crescita attesa è del 17%, in calo rispetto al 22% del primo trimestre, ma nettamente superiore al 5% scarso atteso per tutto il resto del mercato.
Ed è un po’ qui che si giocherà la performance della seconda metà di luglio: se mancherà il supporto dei colossi della tecnologia, ma anche se mancherà un aiuto dal resto del mercato, l’S&P500 rischia di soffrire la volatilità di pochi titoli. E da qui anche la necessità di una staffetta: se anche quello che si definisce “il resto del mercato” aiuterà a sostenere l’indice e a compensare eventuali vuoti d’aria causati da aspettative troppo elevate su qualche Big Tech, allora potremo assistere ancora ad indici azionari tonici a luglio.
E infine passeremo all’ultima frazione: le Banche Centrali. Il 31 luglio si riunirà la Fed e, sebbene difficilmente taglierà i tassi, sarà importante sentire eventuali dichiarazioni sulla traiettoria e su un’anticipazione di un taglio a settembre. Non ci sono grandi aspettative a metà mese dalla BCE: è altamente probabile che aspetti la Fed e il mese di settembre per avere più dati a disposizione per eventualmente continuare la politica di taglio dei tassi o rimanere ferma più a lungo.
Una volta tagliato il traguardo avremo un mese di agosto più libero e scarico di eventi, con una attenzione, forse troppo elevata, sui pochi dati macro, sui risultati di Nvidia e sul simposio di Jackson Hole del 22-24 agosto, dove i banchieri centrali si riuniranno per parlare di “efficacia della politica monetaria”.