Economia
Banche italiane, utili record e pressione fiscale leggera, il tax rate resta sotto il 25%
Redazione

Nel 2024 le banche italiane hanno registrato profitti da capogiro, ma il peso fiscale sui loro bilanci si conferma sorprendentemente lieve. Secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa basata su dati della Banca d’Italia, gli istituti di credito del nostro Paese hanno chiuso l’anno con utili netti per 46,5 miliardi di euro, a fronte di un versamento al fisco di soli 11,2 miliardi. Il risultato? Un tax rate effettivo del 24,2%, ben al di sotto della pressione fiscale che grava su imprese e lavoratori italiani, che spesso supera il 40%.
Banche italiane, utili record e pressione fiscale leggera, il tax rate resta sotto il 25%
A fronte di un fatturato totale di 110,1 miliardi, le banche hanno realizzato margini d’interesse per 64,4 miliardi, confermando una redditività elevata grazie al contesto di tassi alti alimentato dalla stretta monetaria della Banca centrale europea. Il dato non è isolato. Dal 2018 al 2024 il settore bancario italiano ha generato utili netti cumulati per 162 miliardi, versando al fisco 33,9 miliardi: un’incidenza media delle imposte del 20,9%.
Negli ultimi sette anni, le banche hanno prodotto in media ogni anno 89,5 miliardi di ricavi, 47,3 miliardi di margine d’interesse e 23,1 miliardi di utili netti, con imposte versate pari a 4,8 miliardi. Il confronto con le piccole e medie imprese italiane è impietoso: molte Pmi sono schiacciate da una pressione fiscale effettiva che può superare il 60%.
A sollevare il tema è Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa (in foto): «È evidente che siamo di fronte a una pressione fiscale assai distante da quella che grava sul sistema produttivo nazionale. Non si tratta di criminalizzare il sistema bancario, ma di aprire un confronto serio sulla giustizia fiscale». Secondo Spadafora, in un Paese dove si fatica a finanziare sanità, scuola e infrastrutture, è lecito chiedersi se sia equo mantenere un’imposizione così favorevole su uno dei settori più redditizi.
Nel 2023 i ricavi del comparto bancario sono stati pari a 102,7 miliardi, con utili per 40,6 miliardi e imposte versate per 8,2 miliardi (tax rate 20,1%). Ancora più marcata la disparità nel 2022, quando il tax rate è sceso al 17,1%, con utili netti per 25,5 miliardi e soli 4,3 miliardi di tasse pagate. Fanno eccezione il 2020, anno della pandemia, in cui il crollo degli utili ha determinato un tax rate anomalo del 61,5%, e il 2019 (28,2%).
Nel complesso, tra il 2018 e il 2024 le banche italiane hanno incassato 626,3 miliardi di euro di ricavi e sostenuto 391,3 miliardi di costi, per un margine d’interesse di oltre 331 miliardi. Il tax rate medio si è attestato al 20,9%, ben al di sotto dell’aliquota Ires del 24% e lontano anni luce dalla pressione fiscale che grava sulla manifattura, sull’artigianato e sul lavoro autonomo.