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Atlas, il browser di OpenAI che sfida Google

Redazione
 
Atlas, il browser di OpenAI che sfida Google
OpenAI entra ufficialmente nel mercato dei browser e lo fa con un nome destinato a lasciare il segno: Atlas. È il primo software per navigare in rete sviluppato dal team di Sam Altman, fondatore di ChatGPT, e rappresenta una svolta radicale nel modo di cercare e vivere Internet. Non più un elenco di link, ma risposte discorsive e personalizzate, il web diventa dialogo, e l’intelligenza artificiale la sua lingua naturale.

Atlas, il browser di OpenAI che sfida Google

Disponibile per ora solo su macOS, Atlas integra ChatGPT direttamente nell’esperienza di navigazione, trasformando il browser in un assistente interattivo capace di interpretare, ricordare e contestualizzare le ricerche. L’utente può chiedere ad Atlas di ritrovare offerte di lavoro viste giorni prima, di preparare un piano di viaggio o di sintetizzare le ultime notizie di un settore. Tutto questo senza mai uscire dalla pagina. Le versioni per Windows, iOS e Android sono già in sviluppo, segno che OpenAI mira a un’adozione globale.

La vera rivoluzione è però la modalità “agent”, che consente al browser di agire in autonomia. Atlas può controllare il cursore, compilare moduli, prenotare voli o modificare documenti, comportandosi come un assistente personale digitale. “È come avere internet che lavora per te”, ha dichiarato Altman durante la presentazione in streaming. Una definizione che riassume perfettamente la filosofia di OpenAI, quella di portare l’intelligenza artificiale fuori dalle chat e dentro la vita quotidiana.

La sfida a Google Chrome è diretta. Dopo anni di dominio assoluto sul mercato dei browser, il gigante di Mountain View si trova di fronte a un concorrente che unisce ricerca e intelligenza generativa in un’unica piattaforma. Google, dal canto suo, ha risposto con l’integrazione di Gemini in Chrome e con la modalità AI Mode nel motore di ricerca, ma il terreno si sta spostando rapidamente. L’annuncio di Atlas ha già avuto un impatto a Wall Street, le azioni di Alphabet hanno perso oltre il 3% nelle ore successive, prima di chiudere in calo del 2,21%.

Atlas rappresenta anche un potenziale punto di svolta economico per OpenAI, che finora ha basato i suoi ricavi principalmente su abbonamenti premium a ChatGPT. Con oltre 800 milioni di utenti settimanali, ma una base gratuita dominante, l’azienda cerca ora nuovi canali di monetizzazione, anche pubblicitari. Il browser, con la sua capacità di analizzare preferenze e cronologia, apre scenari inediti sul fronte della personalizzazione e della raccolta dati, ed è proprio qui che emergono le prime perplessità.

Alcuni esperti avvertono che un browser così intelligente rischia di “togliere personalità” all’utente, decidendo al posto suo cosa cercare, leggere o acquistare. Una questione etica e culturale che accompagnerà inevitabilmente la diffusione di Atlas e che determinerà, forse più della tecnologia stessa, il suo successo o il suo fallimento.
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