La procura di Roma ha indagato il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ipotizzando le accuse di favoreggiamento e peculato per il rimpatrio del Comandante della prigione libica di Mittiga, Almasri.
A darne notizia, in un video affidato ai social, è stata lo stesso presidente del Consiglio, con parole sferzanti nei confronti del capo della Procura della capitale, Lo Voi.
Vicenda Almasri: indagati per favoreggiamento Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano
''La notizia è questa - ha detto Giorgia Meloni - Il procuratore della repubblica Lo Voi, lo stesso del - diciamolo - fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione al relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri; avviso di garanzia che è stato inviato anche ai ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano".
Secondo Meloni, l'avviso di garanzia è stato emesso dopo una denuncia che, ha spiegato il presidente del consiglio, è stata presentata dall'avvocato Luigi Li Gotti, che ha definito ''ex politico di sinistra, molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi".
Nel suo video, Giorgia Meloni ha dato la sua ricostruzione dei fatti sui quali la procura di Roma indaga; ''la Corte penale internazionale, dopo mesi di riflessione, emette un mandato di cattura internazionale nei confronti del capo della polizia di Tripoli. Curiosamente lo fa proprio quando questa persona stava per entrare in territorio italiano, dopo che aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri 3 Stati europei. La richiesta non è stata trasmessa al ministero italiano della Giustizia, e per questo la Corte d'appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, con questo soggetto libero sul territorio italiano, piuttosto che lasciarlo libero, noi decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente, per motivi di sicurezza, con un volo apposito come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per cui la Procura indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri''.
Il presidente del consiglio ha quindi concluso dicendo che ''penso che valga ora quello che valeva ieri: non sono ricattabile, non mi faccio intimidire, è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l'Italia cambi e diventi migliore. ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura".