Attualità
Un aumento delle accise può arginare il tabagismo?
SDA Bocconi School of Management
L’aumento della tassazione sul tabacco è una misura capace di contrastare il tabagismo: secondo la gran parte della letteratura scientifica, l’aumento genera diminuzioni della domanda di tabacco, del consumo e della percentuale di popolazione utilizzatrice. Lo evidenzia una revisione della letteratura sugli impatti delle politiche di tassazione dei prodotti del tabacco, condotta da CERGAS SDA Bocconi per la Fondazione Umberto Veronesi ETS.
I risultati preliminari della ricerca, a cura di Amelia Compagni, Michela Meregaglia, Laura Giudice e Simone Ghislandi, sono stati presentati ieri presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato, su iniziativa della Vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, in collaborazione con la Fondazione.
Diverse ricerche condotte a cavallo tra gli anni ’10 e ’20 mostrano che un aumento del prezzo del 10% possono corrispondere effetti di rilevante grandezza:
Domanda di tabacco: -5,4%
Domanda di sigari: -8,3%
Domanda di sigarette elettroniche: -18%
Fumatori: -1,3%/2,4%
Consumo individuale dei giovani: -3,3%/7,3&.
Negli Stati Uniti è stata osservata una correlazione tra l’aumento della tassazione sul tabacco e la riduzione non della sola mortalità per tumore, ma anche della mortalità generale e di quella infantile.
Il 50% degli studi che si occupa degli effetti sull’equità evidenzia benefici superiori nei gruppi di status socio-economico più basso (per istruzione e reddito). Negli stati Uniti, per esempio, è stato osservato che l’aumento di $1 del prezzo del pacchetto genera effetti doppi sul gruppo a più bassa istruzione rispetto al campione generale (numero di fumatori -1% vs. -0,5%; riduzione del consumo quotidiano di sigarette -0,62 vs. -0,32). Il 10% degli studi arriva a conclusioni opposte, il 40% presenta un’evidenza mista.
Gli effetti sui giovani sono più forti che sul resto della popolazione, secondo il 57% degli studi. Nel 29% dei casi si osserva, invece, un effetto più debole.
La revisione della letteratura attenua la preoccupazione che un aumento della tassazione possa incentivare il commercio illegale di sigarette. Si è, infatti, osservato che il prezzo del tabacco illegale tende a seguire quello del tabacco legale, tanto che a un aumento delle accise è seguita, in alcuni casi e specificamente in Australia e Vietnam, una diminuzione delle vendite di sigarette di contrabbando.
“Come CERGAS siamo molto lieti di collaborare con Fondazione Veronesi,” afferma la Direttrice del centro di ricerche, Amelia Compagni, “nell'esaminare l'evidenza scientifica sugli impatti delle politiche di tassazione del tabacco. Rispetto ad altri Paesi europei ed oltre, l'Italia è stato fino ad ora timida nell'applicare queste politiche. Abbiamo applicato incrementi modesti delle accise senza un chiaro obiettivo di salute pubblica. Eppure l'evidenza che queste politiche possano far diminuire il consumo di tabacco è molto solida e l'evidenza che questo porti a benefici in termine di salute e anni di vita guadagnati comincia ad accumularsi.”