Economia

Abi, Patuelli: "Le regole del diritto prevalgano sui progressi delle tecnologie"

Redazione
 
Banche, ma anche nuove tecnologie; Europa, ma anche istituzioni nazionali; prospettive e bilancio: di questo, ma anche di tanto altro ha parlato il presidente dell'Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, in una delle lezioni che, dal novembre del 2022, la Fondazione Ugo La Malfa affida a importanti personalità delle istituzioni, dell’economia e della cultura e dedicate a temi centrali dell’attualità nazionale e internazionale.
Alla Camera, Patuelli ha svolto un intervento di ampio respiro, partendo dalla constatazione che il mondo, anche sotto la spinte di radio e televisione, di internet e Intelligenza artificiale, è cambiato come mai era accaduto in secoli e secoli. Ma, a fronte di nuovi orizzonti, lo Stato nazionale, ha detto Patuelli, ''non è da rinnegare, ma non è più sufficiente a tutelare e garantire in pieno doveri e diritti di tutti e di ciascuno. I satelliti, internet e l’intelligenza artificiale necessitano di molto di più di leggi nazionali che servono per necessità ed orizzonti più limitati''.

Da qui l'auspicio che ''tecnologie, sostenibilità e tutele dei diritti debbono crescere parallelamente, così come sono prioritari la vigilanza e l’impegno continuo per la sicurezza in ogni tecnologia. Vi deve essere equilibrio fra innovazioni tecnologiche, sviluppo complessivamente sostenibile e garanzie, con regole e controlli che evitino il disordine e gli abusi diffusi in internet''.
Parlando di un ''nuovo umanesimo digitale'', il presidente dell'Abi ha affermato che ''occorre costituzionalizzare e far prevalere le regole del diritto anche negli ambiti aperti dalle tecnologie che debbono essere sottoposte e non estranee e tantomeno sovrapposte al diritto. Le nuovissime tecnologie disarticolano i legami tradizionali della società civile, trasformano rapidamente le democrazie libere, ma rimane sempre valida la “profezia” di Tocqueville che, nella “Democrazia in America”, indicò la vitalità dell’associazionismo libero e dei corpi intermedi, non solo organismi di rappresentanza sociale, come linfa essenziale per le democrazie''.

Patuelli ha poi affermato che ''chi lavora in banca può e deve dare un contributo costruttivo, poiché le banche debbono sempre correre per essere interlocutori aperti e innovativi verso le novità, ora sempre più diversificate, verso le esigenze di famiglie e imprese e le aspettative legittime delle Istituzioni. L’orizzonte europeo non deve schiacciare le diversità territoriali, ma promuovere più elevati e diffusi livelli di benessere e di civiltà, evitando di produrre e subire egemonie esterne e interne. L’Unione Europea rappresenta oggi parzialmente la realizzazione dei sogni di chi aveva subìto le infinite sofferenze delle due guerre mondiali: occorre mantenere viva la memoria storica per evitare il ripetersi delle più tragiche esperienze del passato''.

Il presidente dell'Abi ha quindi ammonito che ''non basta criticare i limiti della UE, ma occorre promuoverne costruttivamente il superamento con nuove sintesi. L’esperienza della Brexit scoraggia altre uscite dalla UE. La conclusa Legislatura del Parlamento e della Commissione europea ha dovuto affrontare crisi drammatiche come la pandemia, contro la quale ha reagito tempestivamente sul piano sanitario e per la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione. Anche senza emergenze di tal genere, ora l’Unione europea deve continuare a crescere qualitativamente per il progresso economico, sociale e civile di tutte le popolazioni a cominciare dalle aree meno sviluppate che rappresentano una grande speranza, come il Mezzogiorno d’Italia, dove si notano sintomi di ripresa dell’economia e dell’efficienza anche nelle Istituzioni, come nella Giustizia civile''.

Patuelli è quindi passato all'Unione Europeo, definendola ''soprattutto un grande mercato unico, pur con molti limiti, più che un soggetto istituzionale pienamente rappresentativo sul piano internazionale, mentre ora le gravissime crisi russo-ucraina e nel Medio Oriente necessitano di un ruolo più incisivo della UE per spingere verso processi di pace indispensabili innanzitutto per ragioni umanitarie, che favorirebbero anche un nuovo clima di fiducia internazionale, decisivo in economia''. Quindi ''è indispensabile porre nuovi obiettivi ambiziosi per rivitalizzare il sogno europeo di pace, sviluppo e prosperità per tutti, di crescita delle opportunità, di progresso nelle libertà e nella giustizia anche sociale. Il sogno europeo è ben diverso da scenari protezionistici e nazionalisti. Ha ragione il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ad affermare che 'la libertà di commerciare beni e servizi, di investire attraverso le frontiere e condividere conoscenze e idee' sono 'pre-requisiti per assicurare la prosperità''.

Sulla moneta unica Patuelli ha spiegato che essa ''ha difeso dall’inflazione meglio di quanto abbiano fatto in precedenza monete nazionali come la Lira italiana''.

Nel corso del suo intervento, Patuelli ha detto che ''sulla libera circolazione di merci, denari e sulla moneta unica si basano l’Euro e l’Unione bancaria che sono fra loro fortemente connessi: la più innovativa è la libera circolazione delle persone, senza visti e controlli alle frontiere non più esistenti all’interno della UE'', rilevando che ''occorre ora una verifica di un decennio di funzionamento di Unione bancaria, dal novembre 2014, senza privilegi, né discriminazioni per alcuno. L’esperienza di questi anni non permette di mummificare, ma costringe ad analizzare scientificamente le ragioni dei successi, i limiti e le cause del non completamento e degli insuccessi che ci sono stati. Le banche, portatrici di interessi generali, sono il tessuto connettivo e propulsivo dei risparmiatori, di famiglie e imprese, sotto la Vigilanza della BCE e delle Banche Centrali''.
Il presidente dell'Abi ha quindi definito ''indispensabile un Testo unico, un 'Codice' europeo di diritto bancario, finanziario e penale dell’economia, oggi più che mai necessario per il migliore funzionamento delle banche, per l’effettivo sviluppo del mercato unico bancario di cui la BCE è il garante indipendente e refrattario ad ogni rischio di interferenza politica di Stati e Governi''.

''Senza l’armonizzazione anche fiscale europea, la UE - ha detto ancora - rischia di diventare sempre più terreno di concorrenza economica fra Stati, con possibilità di indebolimento di quelli appesantiti da più gravosi debiti pubblici. Complessivamente positiva è l’esperienza della BCE di cui tutti debbono rispettare sempre l’indipendenza statuita dal Trattato che tutela la BCE e l’intero Sistema Europeo delle Banche Centrali''.
In un altro passaggio del suo intervento, Patuelli ha detto come ''nel rispetto delle regole, le diversità dei modelli bancari sono elementi positivi per la concorrenza, per le libere e responsabili scelte di imprese e famiglie e per favorire l’indispensabile competitività dell’economia europea. Le banche rappresentano l’unico comparto economico dove sono tutte in competizione fra loro nel mercato unico europeo: l’uguaglianza delle regole è una pre-condizione per una concorrenza senza privilegi e penalizzazioni''.
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