Esteri
World Media Headlines. Putin avverte: “Le truppe occidentali in Ucraina saranno obiettivi legittimi”
di Redazione

In primo piano su tutte le testate internazionali la guerra in Ucraina, con le parole di Vladimir Putin a catalizzare l’attenzione mondiale. Nel corso di un forum economico a Vladivostok, il presidente russo ha ribadito la linea dura del Cremlino, avvertendo che l’eventuale presenza di truppe occidentali in territorio ucraino verrebbe considerata “un obiettivo legittimo da distruggere”, come riportano tra gli altri The Guardian e tutte le testate estere. Il presidente russo ha respinto ancora una volta l’idea di contingenti stranieri, definendoli una minaccia inaccettabile alla sicurezza nazionale, ma allo stesso tempo ha rilanciato la disponibilità ad ospitare colloqui di pace a Mosca, garantendo condizioni di lavoro e sicurezza. Dall’altra parte, Volodymyr Zelensky ha parlato in Italia a una conferenza economica, diffondendo parte del suo discorso anche attraverso i social. Ha sottolineato come l’indipendenza energetica dalla Russia sia cruciale per l’Europa e ha chiesto più sistemi di difesa aerea e jet moderni, denunciando che “il principale strumento di guerra della Russia è uccidere i civili”. Il presidente ucraino ha inoltre ricordato l’impegno di Donald Trump a sostenere nuove garanzie di sicurezza per Kiev. Il tema energetico resta al centro della discussione. La proposta avanzata dal presidente statunitense, secondo la quale l’Europa dovrebbe interrompere del tutto l’acquisto di petrolio russo, ha trovato eco nelle dichiarazioni del presidente finlandese Alexander Stubb e nelle parole del commissario europeo per l’energia, Dan Jørgensen, che a sua volta ha dichiarato che anche in caso di pace “non dovremmo importare” energia dalla Russia, annunciando un incontro con il responsabile statunitense per la sicurezza energetica Chris Wright. La questione è destinata a dominare l’agenda europea, soprattutto nei colloqui tra Zelensky, il presidente del Consiglio europeo António Costa e il premier slovacco Robert Fico, leader di un Paese ancora fortemente dipendente dal gas russo.
Intanto, negli Stati Uniti, una decisione destinata a far discutere arriva direttamente dalla Casa Bianca. Come riporta la BBC, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per reintrodurre la denominazione di “Dipartimento della Guerra” come titolo secondario del Dipartimento della Difesa. La misura, che rievoca il nome storico in uso dal 1789 al 1947, ha come obiettivo – secondo il testo visionato dalla testata britannica – quello di trasmettere “un messaggio più forte di prontezza e determinazione”. Tuttavia, il cambio formale del nome richiederebbe l’approvazione del Congresso. Il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, viene così ufficialmente designato anche come “Segretario alla Guerra”, con il compito di elaborare proposte legislative per una ridenominazione permanente. Sul fronte mediorientale, la tensione resta altissima. Haaretz riferisce di un incontro in Qatar tra funzionari di Hamas e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, incentrato sulla crisi umanitaria di Gaza e sull’ipotesi di annessione israeliana della Cisgiordania. Intanto, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a tre organizzazioni palestinesi per la loro collaborazione con l’indagine della Corte penale internazionale contro Israele. Al Jazeera mette in evidenza la devastazione in corso a Gaza City, dove l’offensiva israeliana avrebbe raggiunto il “cuore” della città causando la morte di sette bambini. Secondo le stime, le vittime complessive hanno raggiunto quota 30. La ricostruzione della città potrebbe richiedere “mesi, se non più di un anno”. Sul piano diplomatico, la Finlandia si è unita alla dichiarazione di Francia e Arabia Saudita a sostegno della soluzione dei due Stati. Nel frattempo, l’esercito libanese ha presentato al governo di Beirut un piano per il disarmo di Hezbollah. La cronaca asiatica, riportata da Reuters, racconta delle turbolenze politiche in Thailandia. Il parlamento è chiamato a votare per il terzo primo ministro in due anni, dopo che la Corte costituzionale ha rimosso Paetongtarn Shinawatra con l’accusa di violazioni etiche legate a una telefonata trapelata lo scorso giugno. Una vicenda che aggiunge incertezza a un Paese già segnato da frequenti cambi di leadership. Sempre Reuters segnala che le borse europee hanno aperto in rialzo venerdì mattina, sostenute dalle attese di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. I rendimenti obbligazionari a lunga scadenza sono calati, mentre l’oro si avvia verso la miglior settimana degli ultimi tre mesi. La Cina, dal canto suo, ha annunciato dazi preliminari sulle importazioni di carne di maiale dall’Unione Europea, alimentando nuove tensioni commerciali. In Giappone, invece, i salari reali e la spesa dei consumatori registrano un incremento, ma restano i timori per l’inflazione. Sul fronte energetico, il petrolio segna una perdita settimanale in previsione di un aumento dell’offerta, mentre nei mercati europei i titoli tecnologici sostengono l’andamento generale grazie all’accordo tra Hexagon e Cadence.
Infine, il mondo della moda e della cultura piange Giorgio Armani, scomparso a 90 anni. La notizia, rilanciata dalla CNN, ha scosso l’intero settore e generato una pioggia di omaggi da parte di stilisti, celebrità e figure di spicco della politica e dello spettacolo. Julia Roberts e Leonardo DiCaprio hanno ricordato le sue creazioni sui red carpet, mentre Donatella Versace ha dichiarato: “Il mondo ha perso un gigante oggi. Giorgio Armani ha cambiato la storia della moda. Ci mancherà per sempre, ma il suo stile è eterno”. Anche Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno definito Armani “un maestro riconosciuto per la sua eleganza e creatività”, mentre Raf Simons lo ha celebrato come “visionario dell’eleganza e della raffinatezza”. Renzo Rosso lo ha descritto come una “vera icona”, ed Ermenegildo Zegna ha sottolineato il suo ruolo nell’aver portato nel mondo lo spirito del Made in Italy. Una scomparsa che segna la fine di un’epoca, ma lascia in eredità uno stile intramontabile.