Economia
Una rivoluzione fiscale per il Mezzogiorno
di Redazione

La questione fiscale del Mezzogiorno torna al centro del dibattito nazionale come una delle leve decisive per rilanciare la crescita italiana. Unimpresa propone un pacchetto organico di misure che punta su equità, innovazione e semplificazione amministrativa, ribaltando un paradigma che per decenni ha visto il Sud come periferia da sostenere e non come piattaforma strategica per lo sviluppo. L’organizzazione ha presentato un documento programmatico a Castellammare di Stabia, alla presenza del sottosegretario al ministero del Lavoro, delineando una strategia che parte da un principio: non nuovi sussidi, ma una fiscalità intelligente che premi trasparenza, investimenti e legalità.
La proposta più innovativa è la creazione di un “cloud fiscale condiviso”, una piattaforma digitale sicura e accessibile sia alle imprese sia all’amministrazione finanziaria. Ogni movimento contabile, fattura e dichiarazione sarebbe tracciato in tempo reale, riducendo drasticamente il contenzioso e rendendo più rapidi i controlli. Al fine di costruire fiducia, premiare chi opera correttamente e impedire che le zone d’ombra dell’economia sommersa continuino a sottrarre risorse preziose al territorio. Secondo Unimpresa, infatti, ogni euro recuperato dall’evasione dovrebbe tornare alla comunità locale sotto forma di investimenti, infrastrutture e nuovi posti di lavoro.
Il secondo pilastro è l’introduzione di una fiscalità territoriale differenziata, attraverso riduzioni mirate di Imu, Tari e accise nei territori che dimostrano, con nuovi investimenti e controlli centralizzati, di garantire sostenibilità, qualità dei servizi e legalità diffusa. Una leva fiscale calibrata sul merito, non sul fabbisogno, capace di stimolare concorrenza positiva tra aree e incentivare comportamenti virtuosi.
Accanto a questo, Unimpresa propone deduzioni fiscali per i profitti reinvestiti nel Sud, riservando le agevolazioni a chi finanzia concretamente nuove linee produttive, occupazione, ricerca e innovazione. Il pacchetto si completa con un super ammortamento rafforzato per gli investimenti in tecnologie verdi, digitali e beni materiali, così da spingere la modernizzazione degli impianti e l’aumento della produttività, settore per settore.
Particolarmente incisiva è anche la proposta di una riforma strutturale delle Zone Economiche Speciali. Le nuove Zes dovrebbero superare la frammentazione attuale, semplificare l’iter burocratico, ampliare l’accesso agli incentivi, con crediti d’imposta fino al 45% anche per le piccole e medie imprese, e concentrarsi su filiere ad alto potenziale: agroalimentare di qualità, energie rinnovabili, logistica portuale, turismo sostenibile, economia blu, cultura, cinematografia e riqualificazione degli spazi all’aperto. Una visione, questa, che immagina il Sud non come destinatario di politiche riparative, ma come epicentro strategico della competitività italiana nel Mediterraneo.
Il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Salustri (nella foto), sintetizza così la filosofia del progetto: il Mezzogiorno non ha bisogno di sussidi, ma di una politica industriale e fiscale fondata sulla trasparenza. La sfida non è trasferire risorse, ma farle funzionare in modo produttivo e tracciabile. Solo così il Sud potrà assumere il ruolo di ponte naturale tra Europa e Mediterraneo, diventando motore culturale ed economico della nuova crescita nazionale.
I dati, intanto, mostrano un divario che persiste nonostante alcuni segnali di vitalità. Nel 2024 il Mezzogiorno è cresciuto del +4,9% nel settore delle costruzioni, il doppio del Centro-Nord, ma il Pil resta indietro di 0,3 punti percentuali e il reddito disponibile delle famiglie è ancora inferiore di oltre 7.000 euro pro capite. Gli investimenti pubblici sono aumentati del 75% in due anni, passando da 4 a 7,4 miliardi, ma la loro traduzione in sviluppo strutturale rimane insufficiente. Le imprese soffrono una stretta creditizia più dura rispetto al resto del Paese e le richieste di finanziamento inevase risultano superiori di 8 punti alla media nazionale. Intanto, l’evasione fiscale continua a erodere basi imponibili decisive, con un recupero anche solo del 30% delle somme sottratte, il Sud potrebbe avvicinarsi agli standard dei servizi del Centro-Nord.
La proposta di Unimpresa va dunque nella direzione di un modello nuovo, non un Sud che dipende dagli interventi straordinari dello Stato, ma un Sud che produce sviluppo grazie a regole chiare, strumenti digitali e incentivi mirati.