Economia

Burry avverte Wall Street, allarme "bolla AI" e valutazioni sconnesse

di Redazione
 
Burry avverte Wall Street, allarme 'bolla AI' e valutazioni sconnesse
Michael Burry, il finanziere celebre per aver previsto il crollo del mercato immobiliare USA prima della crisi dei mutui subprime, sta chiudendo il suo hedge fund, Scion Asset Management, dopo aver avvertito che le valutazioni dei titoli azionari stanno diventando sconnesse dai fondamentali. 

La decisione di chiudere Scion, che aveva guadagnato centinaia di milioni di dollari nel 2008 scommettendo contro il mercato immobiliare, suggerisce che Burry percepisce un rischio sistemico così elevato da preferire ritirarsi dall'attività di gestione.

Il fondo, la cui scommessa contro il mercato immobiliare fu immortalata dal film The Big Short - La grande scommessa (nella foto una scena del film), ha smesso di essere registrato presso gli enti regolatori statunitensi, secondo il database della SEC, l'autorità americana per i mercati finanziari, con lo status "terminato" a partire dal 10 novembre. 

Burry ha inviato ai suoi investitori una lettera datata 27 ottobre, nella quale ha comunicato che avrebbe liquidato i fondi e restituito il capitale entro la fine dell'anno, dichiarando: "La mia stima del valore dei titoli non è ora, ma lo è da tempo, non in linea con i mercati". 

La decisione arriva mentre serpeggia il nervosismo tra gli investitori per una possibile bolla speculativa legata alle valutazioni stellari raggiunte dai titoli legati all'intelligenza artificiale, suggerendo che forse ci risiamo con un nuovo "big short". 

Burry ha dimostrato la sua preoccupazione con azioni concrete, acquistando opzioni put su Nvidia e Palantir Technologies, strumenti che generano profitti quando i prezzi delle azioni calano. Secondo i documenti depositati alla SEC, a settembre 2024 Scion aveva scommesso circa 187 milioni di dollari contro Nvidia, il principale produttore mondiale di chip per l'AI. Contro Palantir, società specializzata in software di analisi dati, la sua mossa è stata di spendere circa 9,2 milioni di dollari per ottenere il diritto di vendere in futuro 50.000 azioni a 50 dollari l'una, puntando su un forte calo. 

La reazione del mercato è stata immediata, ma non univoca: Alex Karp, CEO di Palantir, ha definito la scommessa di Burry "folle". Le azioni di entrambe le aziende hanno registrato cali temporanei dopo la divulgazione delle posizioni di Burry. Nvidia ha visto il suo titolo scendere del 7% per poi rimbalzare del 6%, mentre Palantir ha subito ribassi più marcati, con un crollo dell'11% dopo i risultati trimestrali.

La domanda che ora agita Wall Street è inevitabile: il "profeta del disastro" ha nuovamente ragione, o questa volta il mercato dell'AI riuscirà a smentire le sue previsioni, a differenza di quanto accadde nel 2007? La chiusura del suo fondo, tuttavia, rimane un segnale inequivocabile della gravità del suo allarme.
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