Economia
Svolta ABI, sì a contributi pluriennali "concordati" con lo Stato, banche in rosso a Piazza Affari
di Redazione

Il quadro della prossima Manovra finanziaria prende una forma più definita, sebbene il Consiglio dei Ministri per l'approvazione sia slittato, con una mossa chiave che arriva dal fronte bancario. L'Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha infatti dato il via libera, approvato all'unanimità dal suo Comitato Esecutivo, alla prosecuzione di contributi pluriennali e straordinari al Bilancio dello Stato. Una scelta che punta a replicare la "logica concordata" lo scorso anno, rigettando allo stesso tempo l'ipotesi di nuove tassazioni straordinarie, come un'ulteriore tassa sugli extraprofitti.
La decisione, maturata al termine di un'intensa giornata di colloqui tra l'associazione, il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) e Palazzo Chigi, è stata formalizzata in una nota diffusa stamattina. L'ABI, pur confermando l'apertura al dialogo per una soluzione di "solidarietà sociale e rilancio dell'economia", ribadisce la preferenza per un meccanismo consensuale, come l'anticipo di liquidità allo Stato su più anni attraverso le DTA (Deferred Tax Assets), la cui applicazione è stata oggetto di una relazione approvata ieri sera dal Comitato Esecutivo.
La scelta dell'ABI è un chiaro segnale al Governo: "Sì" all'impegno per le finanze pubbliche, ma solo attraverso modalità concordate che non penalizzino la stabilità del settore. L'associazione intende così scongiurare ipotesi più invasive che erano circolate nelle discussioni di ieri, come un possibile intervento sui 6,2 miliardi di euro vincolati a capitale derivanti dalla tassa sugli extraprofitti del 2023.
Le discussioni con il MEF proseguono in extremis, con i tecnici che lavorano per trovare una quadra definitiva prima del passaggio in Consiglio dei Ministri.
Parallelamente, la tabella di marcia del Governo subisce una leggera modifica. Mentre era atteso per oggi pomeriggio il Consiglio dei Ministri sulla Manovra, diverse fonti confermano che l'incontro si limiterà all'esame e all'approvazione del Documento Programmatico di Bilancio (Dpb). Questo documento, fondamentale, deve essere inviato a Bruxelles entro la scadenza di domani, 15 ottobre. L'approvazione definitiva dell'intera Legge di Bilancio è invece probabilmente slittata a giovedì 16 ottobre, nel pomeriggio.
Nonostante l'apertura al "dialogo concordato", l'annuncio dell'ABI ha avuto un impatto immediato sui mercati. Le azioni dei principali istituti di credito hanno registrato un ribasso in Borsa, a testimonianza della sensibilità degli investitori a qualsiasi contributo straordinario al Bilancio dello Stato, anche se diluito nel tempo.
Intorno alle 12.00 i titoli di peso come Banco BPM cedono circa il 3%, Unicredit il 2,3%, Intesa Sanpaolo l'1,9%, e Bper il 1,78%, segnalando la reazione negativa del settore finanziario alla conferma di un onere, seppur "concordato", per le casse dello Stato.
La palla passa ora al Consiglio dei Ministri, con l'attesa per giovedì che si fa più febbrile per capire come il Governo recepirà la disponibilità dell'ABI e quali saranno i dettagli finali del contributo pluriennale.