Salute

Stress e sclerosi multipla: studio israeliano evidenzia un aumento dell’attività della malattia durante i primi tre mesi di guerra

di Barbara Leone
 
La sclerosi multipla (SM), malattia neurologica cronica che colpisce circa 2,8 milioni di persone nel mondo, si rivela essere profondamente influenzata dallo stress psicologico. Uno studio condotto dai neurologi del Centro medico universitario Hadassah di Ein Kerem a Gerusalemme ha messo in luce un dato significativo: durante i primi tre mesi della guerra tra Israele e Hamas, l'attività della malattia è aumentata sensibilmente. La SM è una patologia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la mielina, il rivestimento protettivo dei nervi, compromettendo la trasmissione degli impulsi elettrici da e verso il cervello. Sebbene le cause precise siano ancora oggetto di studio, i principali fattori scatenanti includono il sistema immunitario, virus, predisposizione genetica e fattori ambientali, come il clima e la latitudine. I sintomi variano notevolmente: alcuni pazienti manifestano lievi disturbi, mentre altri possono perdere la capacità di camminare, parlare o vedere chiaramente. Debolezza muscolare, intorpidimento, affaticamento e problemi di equilibrio sono solo alcune delle manifestazioni più comuni. La SM si manifesta prevalentemente tra i 20 e i 45 anni, colpendo giovani adulti in una fase cruciale della loro vita.

Lo studio, pubblicato negli Annals of Clinical and Translational Neurology con il titolo “Attività di imaging subclinico nei pazienti con sclerosi multipla durante lo stress psicologico legato alla guerra”, ha coinvolto 93 pazienti seguiti presso la clinica neurologica di Hadassah. Essi sono stati sottoposti a scansioni MRI annuali nello stesso periodo per tre anni consecutivi: da ottobre 2021 a gennaio 2022, da ottobre 2022 a gennaio 2023 e da ottobre 2023 a gennaio 2024, includendo il periodo successivo agli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023. Secondo il dottor Omri Zveik, uno dei principali autori dello studio, “i risultati non ci hanno sorpreso. Fin dal XVIII secolo, studi su animali hanno dimostrato che lo stress può peggiorare la SM. Tuttavia, gli studi sugli esseri umani sono stati limitati e si sono concentrati su situazioni di stress individuale, come un divorzio o la perdita del lavoro”. Questo studio rappresenta quindi un unicum, analizzando l’impatto di uno stress collettivo e prolungato come quello causato dalla guerra.

Le scansioni MRI hanno rivelato un aumento dell’attività della malattia nei pazienti durante il periodo bellico. Nel 2022, solo l’11,83% dei pazienti mostrava attività nelle scansioni MRI; nel 2023, questa percentuale è raddoppiata al 24,73%. “Abbiamo scoperto che lo stress legato alla guerra aumentava di quattro volte il rischio di attività della malattia, anche in pazienti che sembravano stabili”, ha aggiunto Zveik. La maggior parte dei pazienti coinvolti non percepiva sintomi evidenti di una riacutizzazione, ma le scansioni MRI hanno rivelato un’attività subclinica, dimostrando come uno stress estremo possa peggiorare la malattia anche in assenza di sintomi visibili. Questi dati suggeriscono che lo stress psicologico possa avere un impatto significativo sulla salute a lungo termine dei pazienti con SM. I ricercatori sottolineano l’importanza di una sorveglianza regolare tramite MRI per monitorare i cambiamenti della malattia, specialmente in situazioni di stress prolungato. “I medici devono essere consapevoli del fatto che durante periodi di stress estremo, come una guerra, l’attività della SM può aumentare. 

Questo richiede controlli più frequenti e possibilmente un aggiustamento delle terapie”, hanno dichiarato i ricercatori. Un aspetto cruciale evidenziato dallo studio è il supporto psicologico. Sebbene questa ricerca non abbia analizzato interventi per la riduzione dello stress, i ricercatori hanno indicato che il loro prossimo obiettivo sarà quello di studiare strategie efficaci per mitigare l’impatto dello stress sulla SM. Studi recenti indicano che, in seguito agli eventi del 7 ottobre, quasi metà della popolazione israeliana ha sperimentato alti livelli di stress, ansia e depressione. “Studiare gli effetti dello stress sui biomarcatori nella SM potrebbe fornire informazioni essenziali per comprendere la connessione biologica tra stress e danni neurologici”, hanno concluso gli autori. Questo studio rappresenta un importante passo avanti nella comprensione del legame tra stress psicologico e progressione della SM. Esso sottolinea l’urgenza di considerare lo stress come un fattore cruciale nella gestione della malattia, con implicazioni non solo cliniche ma anche psicologiche. La scoperta che lo stress bellico può amplificare l’attività della malattia invita a una riflessione più ampia sull’importanza del supporto integrato per i pazienti affetti da SM, specialmente in contesti di crisi prolungata.
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