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Pedaggi autostradali più cari da agosto, stangata d’estate per gli italiani in viaggio. Partone le tensioni interne alla maggioranza

di Demetrio Rodinò
 
Pedaggi autostradali più cari da agosto, stangata d’estate per gli italiani in viaggio. Partone le tensioni interne alla maggioranza
Mentre milioni di italiani preparano valigie e ombrelloni, il conto alla rovescia per le vacanze estive porta con sé una sorpresa poco gradita: l’aumento dei pedaggi autostradali. Dal primo agosto, infatti, scatterà un rincaro di un millesimo di euro al chilometro (pari a un euro ogni mille chilometri) su tutte le tratte in gestione Anas, come previsto da un emendamento dei relatori al decreto Infrastrutture attualmente in discussione alla Camera.

L’aumento, che coinvolge le classi di pedaggio A e B (auto, suv, camper e moto) e le classi 3, 4 e 5 (camion e mezzi pesanti), porterà nelle casse di Anas circa 90 milioni di euro l’anno. Secondo la relazione tecnica allegata, i fondi serviranno a coprire il crescente fabbisogno derivante dalla ridefinizione della rete in gestione, dall’aumento dei costi per l’illuminazione pubblica e da altre spese di gestione non coperte dall’attuale Contratto di Programma.

Nonostante l’incremento sembri modesto - viaggiare da Milano a Roma costerà circa 60 centesimi in più - la notizia ha scatenato una vera bufera politica e il malcontento delle associazioni dei consumatori. “Si tratta di una stangata estiva, studiata per colpire gli automobilisti proprio nel periodo di maggior utilizzo della rete autostradale”, denuncia il Codacons. Duro anche il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, che parla di “vergogna” e accusa il governo di fare cassa “lanciando il sasso e nascondendo la mano”.

Dal fronte politico, l’opposizione si compatta contro il provvedimento. La segretaria del Pd Elly Schlein lo definisce una “tassa sugli italiani che vanno in vacanza”, mentre Francesco Boccia (Pd) promette battaglia in Parlamento: “Colpirà famiglie e imprese già schiacciate da carovita e salari fermi”. Riccardo Ricciardi (M5S) spinge oltre, accusando il governo di voler finanziare la corsa al riarmo sulle spalle dei cittadini. Anche Giuseppe Conte attacca: “Il governo aumenta i pedaggi, ma taglia le tasse ai colossi del web e alle banche”.

Non mancano tensioni interne alla maggioranza. Fratelli d’Italia, pur avendo dato via libera all’emendamento, avrebbe manifestato un certo disappunto, mentre il vicepremier Matteo Salvini si è detto favorevole al ritiro della proposta, definita da Riccardo Magi (+Europa) una “vigliaccata” nei confronti degli italiani.

Restano le dichiarazioni infuocate di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini.

La prima, oltre alla sorpresa, ha espresso in privato un’irritazione evidente: "Pazzesco, davvero", perché quell’emendamento "era stato voluto dal ministero dei Trasporti", quindi non si capisce perché il leader della Lega adesso voglia quasi fare bella figura imponendo ai suoi di ritirare la firma dalla richiesta di aumento. A sua volta, il vicepremier - dicono da via Bellerio - fa capire come sia stato parecchio irritante che proprio dal partito della premier, Fratelli d’Italia, siano arrivate a mezza bocca critiche ad un aumento deciso per necessità oggettive, riconosciute da tutti nella maggioranza. Per questo, la scelta finale di imporre ai suoi di ritirare la firma leghista dall’emendamento della discordia era in qualche modo dovuta, per dimostrare che "o si è maggioranza sempre, o non lo si è".

L’emendamento prevede l’entrata in vigore del rincaro dal primo giorno del mese successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ovvero dal primo agosto, proprio a ridosso dell’esodo estivo. Un tempismo che ha alimentato l’accusa di voler colpire gli automobilisti nel momento di massimo flusso sulle autostrade.

Per Anas, i circa 90 milioni di euro annui derivanti dall’aumento dei pedaggi serviranno a coprire spese straordinarie come l’integrazione della rete gestita (incluso il conferimento delle “strade di rientro” da Veneto e Piemonte) e l’adeguamento dei costi di gestione. Tuttavia, le associazioni dei consumatori denunciano che queste risorse non saranno destinate a migliorare la manutenzione o la sicurezza delle infrastrutture, lasciando gli utenti a pagare di più senza benefici concreti.

A pochi giorni dal voto in commissione, la tensione è altissima. Se confermato, il provvedimento rischia di diventare un ulteriore fardello per chi, nonostante i rincari generalizzati, sperava almeno di potersi concedere qualche giorno di vacanza in serenità.
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