Nvidia continua a definire, trimestre dopo trimestre, non solo l’andamento del settore tecnologico, ma l’umore dell’intera economia globale. La trimestrale più attesa dell’anno si chiude con numeri che superano ogni previsione: ricavi a 57,01 miliardi di dollari contro i 54,92 miliardi stimati, utili per azione a 1,30 dollari, pari a 31,91 miliardi di profitti, in crescita del 65% su base annua. Una performance che conferma il colosso dei semiconduttori come baricentro indiscusso della rivoluzione dell’intelligenza artificiale.
Nvidia chiude il terzo trimestre oltre le attese
La vera forza di Nvidia si chiama Data Center, 51,2 miliardi di dollari di fatturato (+25% sul trimestre precedente, +66% anno su anno), numeri che da soli raccontano l’accelerazione senza precedenti della domanda di capacità computazionale. È qui che vive il cuore pulsante dell’economia di nuova generazione, alimentato da GPU che i grandi operatori globali, da OpenAI a Microsoft, da Google a Meta, acquistano come infrastruttura critica, non più come semplice tecnologia. “Le vendite Blackwell sono fuori scala, e le cloud GPU sono sold out, ha dichiarato Jensen Huang (nella foto), siamo entrati nel ciclo virtuoso dell’AI”.
Un ecosistema che cresce in modo esponenziale, dove ogni nuovo modello fondativo richiede più potenza, ogni nuova applicazione genera nuova domanda, ogni industria apre varchi alla trasformazione. Non a caso Nvidia ha stretto accordi strategici che ridefiniscono la geografia globale dell’intelligenza artificiale. Più in particolare, 10 gigawatt di sistemi per OpenAI, partnership con Google Cloud, Microsoft, Oracle, xAI, supercomputer da 100.000 GPU, prime wafer Blackwell prodotti negli Stati Uniti, un investimento da 2 miliardi di sterline nel Regno Unito, la prima Industrial AI Cloud europea con Deutsche Telekom, nuovi progetti in Corea del Sud insieme a Samsung, Hyundai e NAVER.
Questo mosaico di alleanze delinea una mappa in cui Nvidia non è più soltanto un produttore di processori, è un architetto geopolitico della computazione mondiale, un costruttore di potere economico e industriale. Nel gaming, che segna 4,3 miliardi di ricavi, l’azienda celebra i 25 anni di GeForce e rinnova la sua posizione dominante. Nella robotica e nell’automotive lancia la piattaforma Hyperion 10, stipula un accordo con Uber per una rete globale di veicoli autonomi level-4 ready, e guida la reindustrializzazione americana con partner come Amazon Robotics, Toyota, Caterpillar e TSMC.
La prospettiva è altrettanto esplosiva, con 65 miliardi di dollari di ricavi attesi nel quarto trimestre, in un percorso che sembra ormai oltre la sfera delle ciclicità economiche e dentro quella delle transizioni storiche. Gli analisti parlano di una “nuova infrastruttura di base”, paragonabile all’avvento dell’elettricità o di Internet, una condizione senza la quale nessun settore, nessun Paese, nessuna impresa potrà competere.
Nvidia, consapevole della propria centralità, ha restituito 37 miliardi di dollari agli azionisti nei primi nove mesi dell’anno, mentre mantiene 62,2 miliardi disponibili per future operazioni di buyback, un segnale che racconta fiducia e visione. Le parole di Huang, come sempre, non descrivono semplicemente un trimestre, ma un’epoca: “L’AI sta andando ovunque, facendo tutto, contemporaneamente”. È una sintesi perfetta del nuovo paradigma, in cui Nvidia non segue il mercato, lo crea.