Politica

Marina Berlusconi e la Giustizia: le ragioni di una figlia, le ragioni della verità

di Redazione
 
Marina Berlusconi e la Giustizia: le ragioni di una figlia, le ragioni della verità

La giustizia è materia molto delicata da maneggiare, e, prima di avventurarsi in disamine e ipotesi, bisognerebbe riflettere sulle affermazioni che si fanno, per evitare che, come nel caso di Marina Berlusconi e della lettera che ha inviato sulle vicende giudiziarie del padre, l'amore filiale cancelli quel necessario principio di equilibrio che è necessario. Marina Berlusconi, con una lettera alla quale tutti i media, a ragion veduta, hanno dato ampio spazio, ha celebrato la sentenza della Cassazione, secondo la quale non ci sono evidenze di una collusione di Silvio Berlusconi (e con lui di Marcello Dell'Utri) con la mafia e, da qui, ritenere che nei confronti del padre sia stata messa la parola definitiva in ordine a una ultradecennale caccia all'uomo scatenata da una certa magistratura politicizzata e, ovviamente, di sinistra.

Se anche uno scarafaggio è bellissimo agli occhi della madre, come recita il proverbio partenopeo, ribaltando la catena genetica, si potrebbe dire che anche il più spregevole degli esseri, per i figli, deve assurgere alla gloria dei cieli. Premettendo che abbiamo fatto ricorso al termine ''spregevole'' solo per agevolarci nel paragone, quello che ci appare evidente è che l'amore filiale di Marina Berlusconi (e con lei dei fratelli) verso il padre sia un passaggio del meccanismo di deificazione post mortem dell'ex Cavaliere, che, sebbene grande imprenditore, per taluni, anzi ripetuti  comportamenti e scelte attinenti alla sua vita privata, non sempre è stato coerente con la figura che oggi, sulla base della sentenza della Cassazione - che comunque riguarda una specifica contestazione e non la summa dei processi ai quali è stato sottoposto - si vuole delineare come totalmente immune da accuse e sospetti. 

Perché un conto è parlare delle sentenze e di come la magistratura abbia giudicato le azioni di Berlusconi nelle quali si è rilevato un aspetto penalmente perseguibile, un altro è dire che l'ultimo giudizio della Cassazione cancelli tutti i dubbi sui comportamenti del Berlusconi personaggio pubblico. Comprendiamo, quindi, la reazione di Marina Berlusconi da figlia, meno la sua presa di posizione nei confronti della magistratura. Perché parlare di una Italia che resta un Paese ''giustizialista'' è volere ridisegnare la storia recente del Paese in cui Silvio Berlusconi si è incuneato, forte dell'intuizione che la comunicazione sarebbe diventata un potentissimo strumento per captare consenso e voti, ma, appunto perché diventato così importante, esponendosi al rischio che qualcuno cercasse di sbarrarne la strada, scandagliando ogni aspetto del suo privato, che d'altra parte non è che lui cercasse di nascondere più di tanto.

La giustizia di cui oggi Marina Berlusconi chiede una profonda riforma, a partire dalla separazione delle carriere, è la stessa che oggi ha certificato che il padre non ha avuto collegamenti con elementi della mafia. Quindi la giustizia non è che persegue sempre e, quando le carte glielo consentono o impongono, assolve. Come ha fatto la Cassazione.  Dire, però, che la magistratura ha restituito la dignità al padre ''dopo 30 anni di calunnie e false accuse'', al di là delle lungaggini dei tempi di esame, prende in considerazione solo l'ultimo anello di una catena di atti giudiziari di cui, in qualche modo, Silvio Berlusconi ha risposto.

Ma il punto è che si mischiano due materie diverse: una è quella puramente giudiziaria (un incriminazione e un processo, tanto per essere chiari), un'altra è l'aspetto dell'immagine pubblica dell'ex Cavaliere, la cui essenza umana forse si conoscerà solo nel tempo, quando se ne studieranno le idee, i progetti, le intuizioni, ma anche le forti cadute di stile. Che non sono cose che s'è inventata la stampa o la magistratura, ma che sono state disvelate da chi, a quel tempo, era ancora la moglie di Berlusconi, Veronica Lario. 

Nessuno può mettere in dubbio la grandezza del Berlusconi imprenditore, ma allo stesso modo non si può dimenticare alcuni aspetti della sua sfaccettata personalità: dall'essere uomo di enorme senso dalla carità a cadere nel turbinio di amicizie femminili di cui lui stesso si vantava, per alimentare una immagine di macho cara agli italiani, sin dalla notte dei tempi. Certe intemperanze si possono anche perdonare, ma è la costanza di esse che non lo può essere.

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