La notizia è ufficiale: MTV, la Music Television, sta spegnendo i suoi ultimi canali televisivi interamente dedicati ai videoclip musicali in Europa, chiudendo i battenti entro la fine del 2025.
Artisti come Michael Jackson, con il videoclip cinematografico di Thriller, dimostrarono che il futuro della musica passava dal piccolo schermo. Un'epoca di rivoluzione in cui il videoclip non era solo un contorno, ma un'arte in grado di abbattere muri culturali e persino razziali, dopo la fase iniziale in cui l'emittente si dimostrò "garbatamente razzista", prediligendo rocchettari e popstar bianche.
La chiusura dell'offerta musicale di MTV in Europa non è solo un fatto aziendale, ma un vero e proprio sisma generazionale. La notizia ha scosso profondamente i Millennials, ovvero la generazione cresciuta a cavallo del Duemila, in modi che mai avrebbero immaginato. Per loro, la vita non è più quella cosa che succedeva tra un video in classifica e l'altro, ma la consapevolezza che sta finendo un’epoca ha portato un’ondata di malinconia dolce-amara.
Paramount Skydance, la società che detiene il marchio, ha infatti deciso di chiudere a partire da Capodanno 2025 reti chiave come MTV Music UK, seguite poi da quelle in Polonia e Ungheria. La strategia è concentrarsi sull'emittente principale, MTV, ormai votata in larga parte a reality show e format di intrattenimento, giudicati più redditizi.
Questa mossa ha riportato alla mente di tantissimi l'eco delle urla in Piazza Duomo a Milano o nelle piazze italiane: perdersi una puntata di TRL Italia era un sacrilegio, e i VJ (Video Jockey) come Marco Maccarini, Giorgia Surina o Alessandro Cattelan erano dei veri e propri imperativi morali e culturali. Il Total Request Live era l'ultima, gigantesca cattedrale laica del videoclip come appuntamento comune, dove la classifica era decisa dal pubblico e l'interazione era l'anima dello show.
Oggi, quell'interazione è stata inghiottita dal digitale. La chiusura di MTV Music è l'epilogo di un paradosso: l'immagine non ha perso, ma ha trionfato talmente tanto da rendere la televisione lineare anacronistica. L'immagine si è frammentata e democratizzata, e il regno è passato alle piattaforme.
YouTube, Spotify e TikTok sono i nuovi canali di distribuzione, dove l'utente sceglie e consuma l'immagine sonora nell'immediatezza. In questo nuovo ecosistema, l'immagine spesso si stacca dalla musica, diventando la protagonista assoluta: il brano musicale si riduce a un soundbite di 15 secondi, funzionale a un reel o a un trend virale. Non è la musica che traina il video, ma il contrario.
Il brand MTV continuerà a vivere attraverso il canale generalista (in Italia, MTV Music è ancora visibile sui canali Sky e Now, sebbene per quanto tempo sia ancora incerto) e i suoi grandi eventi come i VMA e gli EMA. Ma il rito collettivo del videoclip come punto di incontro generazionale chiude i battenti.
La fine di MTV è la certificazione definitiva che, dopo la radio, anche la televisione ha dovuto arrendersi: la musica non ha più bisogno di una casa, perché vive ovunque sulla rete.