Come sancito dell’art. 21 della Costituzione italiana:“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, ed è probabilmente in nome di questo diritto inalienabile se, oggi, indipendente dall’età, tutti vogliono dare la propria opinione su qualsivoglia questione.
Non è nuovo l’aspro dibattito che contrappone la giustizia reale, fatta di tribunali, leggi, giudici ed avvocati, e la giustizia mediatica, esercitata comodamente dal divano di casa e dietro uno schermo.
Il vero problema, sollevato più volte dalla giurisprudenza e dalla dottrina italiana, non risiede nella facoltà comune di poter maturare ed esprimere un pensiero critico, bensì nell’influenza che tale pensiero, sommato a quello di molti, possa avere nella realtà dei fatti.
Infatti, le opinioni espresse sui social media o sui blog, a differenza di quelle espresse tra conoscenti in un bar, possiedono una risonanza intrinseca maggiore, con la capacità di diffondersi rapidamente senza confini.
Ciò che si vuole portare alla luce in questo articolo non sono le possibili accuse verso presunti colpevoli, quanto piuttosto le ripercussioni che questa tendenza ha prodotto e continua a produrre nei mercati e nei confronti di numerose società portate, talvolta, all’orlo del fallimento.
Il primo caso preso in esame, nonché il più mediaticamente rilevante, è quello del cosiddetto Pandoro-gate, che vede come protagonista la nota influencer Chiara Ferragni e la sua società Fenice S.r.l..
Nel dicembre 2024 Chiara Ferragni, all’epoca amministratore delegato della Fenice S.r.l, viene accusata di truffa aggravata, insieme alle società ad essa legate Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., in seguito alla vendita di pandori, in collaborazione con il marchio Balocco, avvenuta nel dicembre 2022. I prodotti avrebbero garantito la devoluzione di parte del ricavato in beneficenza.
Volendo tralasciare le sorti del processo giuridico e le vicissitudini legali che hanno visto protagoniste Chiara Ferragni e le due società coinvolte, appare opportuno evidenziare come, ponendo al centro dell’attenzione mediatica un personaggio divisivo e un tema delicato quale la beneficenza, il popolo si sia schierato all’unanimità riversando condanne e giudizi nei confronti degli imputati.
La portata del processo e la volontà di giustizia effettiva, aldilà della pena in seguito stabilita dal tribunale di Milano, hanno causato la chiusura di numerosi contratti con partner commerciali, perdite cumulative pari a 10 milioni tra il 2023 e il 2024 per Fenice S.r.l e la chiusura di numerosi store fisici.
Nel 2023 la società controllata Fenice Retail S.r.l, la quale si occupava della gestione dei negozi fisici del marchio, viene posta in liquidazione a causa di perdite pari a 1,2 milioni di euro. Per evitare una simile sorte della controllante, è stato necessario operare un aumento di capitale di circa 6,4 milioni di euro.
Il secondo caso analizzato, il quale possiede per certi versi un finale migliore, riguarda Gamestop Corp, società statunitense che si occupa di rivendita di videogiochi e accessori, quotata al New York Stock Exchange (NYSE) con ticket, ovvero il codice identificativo, GME.
Nel 2021 la società è protagonista del GameStop short squeeze, titolo che descrive perfettamente quanto accaduto. Lo short squeeze si verifica quando il prezzo di un asset venduto allo scoperto, ovvero scommettendo sul suo ribasso, sale rapidamente costringendo i venditori a ricomprarlo per coprire le perdite e chiudere la propria posizione. Normalmente lo short selling, ovvero la vendita di asset presi in prestito allo scoperto, è profittevole se il prezzo dell’asset diminuisce, così che il venditore possa ricomprare ottenendo un profitto.
Applicando la teoria nel caso di specie, tra il 2019 ed il 2020 GameStop giace in una forte difficoltà economica con vendite in calo e negozi in crisi. Numerosi hedge funds, ovvero fondi speculativi di investimento privati ed accessibili solo ad investitori qualificati o possedenti ingenti patrimoni, vedendo nella difficoltà della società una possibilità di profitto, intraprendono short selling in larga scala. Tra i principali fondi protagonisti di questa vicenda troviamo Melvin Capital, Citron Research e Maplelane Capital.
Alla fine del 2020 il 100% delle azioni risulta venduta attraverso questo tipo di pratica.All’alba del 2021 però, il potere dei social media inizia a farsi sentire. Diversi utenti di Reddit, social dedicato allo scambio di consigli riguardanti tematiche varie, iniziano a commentare, in un forum denominato Wallstreetbets, la strategia condotta dai fondi speculativi volendola contrastare. Il forum in poco tempo brulica di commenti di appassionati e non, i quali appoggiano l’idea per sete di vendetta o di semplice guadagno. L’obiettivo è accrescere il valore delle azioni di GameStop acquistandole in massa, sabotando di fatto gli asset venduti allo scoperto.
Attraverso RobinHood, piattaforma di trading accessibile a chiunque tramite un’applicazione, gli utenti possono acquistare le azioni in modo rapido, semplice ed economico, anche se inesperti, contribuendo alla riuscita dell’operazione.
Il valore delle azioni passa in pochi giorni da 20 a 40 dollari, attirando l’attenzione di importanti personalità che scelgono di sostenere la causa; tra questi troviamo Elon Musk che decide di promuovere il forum condividendone il link tramite un post su Twitter coniando il termine “Gamestonk!”.
Anche in questo caso la portata mediatica ha conseguenze inaudite ed il valore delle azioni arriva a toccare i 483 dollari il 28 gennaio. Successivamente la piattaforma RobinHood decide di sospendere la vendita di azioni per timore delle conseguenze di un’eventuale caduta dei prezzi. Molti hedge funds hanno subito ingenti perdite, ma anche gli investitori amatoriali non ne escono illesi poiché non preparati a reagire in modo immediato alle oscillazioni dei mercati.
Da questi due casi è facilmente deducibile quanto i processi mediatici possano rappresentare un’arma molto potente in mano a chi, talvolta, non è in grado di comprenderne la pericolosità. Una voce sola può sembrare vana se non considerata all’interno di un coro pertanto è sempre necessario avere un occhio critico e prudente anche quando si vuole esprimere un pensiero o appoggiare l’opinione altrui.