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L'Ombra del Corvo: quando il lutto prende forma umana

di Redazione
 
L'Ombra del Corvo: quando il lutto prende forma umana
Manca pochissimo all'arrivo nelle sale italiane, previsto per giovedì 11 dicembre, di un'opera che sta già dividendo critica e pubblico per il suo approccio crudo e surreale all'elaborazione del lutto: L'Ombra del Corvo (titolo originale: The Thing with Feathers), diretto da Dylan Southern e distribuito da Adler Entertainment.

Tratto dal celebrato romanzo di Max Porter, Il dolore è una cosa con le piume, il film vede protagonista uno straordinario Benedict Cumberbatch (noto per ruoli in Doctor Strange e The Imitation Game) nei panni di un giovane padre e illustratore, la cui vita crolla dopo l'improvvisa morte della moglie.

La pellicola si addentra nel territorio sacro e caotico del dolore. Il protagonista, bloccato in una disperazione che lo allontana dalla realtà e dai suoi due figli piccoli, inizia a vedere il suo lutto prendere una forma fisica inattesa: un Corvo parlante, saggio, ma a tratti spietato, che emerge dalle illustrazioni che l'uomo realizza per lavoro.

Questa creatura misteriosa, chiamata Crow (con la voce di David Thewlis), non è solo una metafora; è una presenza tangibile e invadente che si manifesta nel loro appartamento, trasformando la vita familiare in un incubo a occhi aperti.

"Non è uno spettro che tormenta, ma la rappresentazione fisica di ciò che resta quando qualcuno che amiamo scompare".

Il Corvo costringe il padre a confrontarsi con il suo trauma, fungendo da guida (seppur minacciosa) verso l'accettazione e una difficile reinvenzione della famiglia. Le recensioni internazionali, in particolare dopo le presentazioni al Sundance e alla Berlinale 2025, hanno lodato l'intensità della performance di Cumberbatch e la capacità del film di abitare il confine tra realtà e immaginario, rendendo il lutto una battaglia fisica e psicologica.

Ciò che rende "L'Ombra del Corvo" un'opera unica è la sua scelta stilistica audace. Utilizzando effetti perlopiù pratici per dare vita al Corvo antropomorfo, il film evita il sentimentalismo, optando per una narrazione viscerale che, secondo alcuni, rasenta i generi horror e fantasy pur rimanendo un intenso dramma.

È un'opera che, pur lasciando la critica divisa, non lascia indifferenti, portando lo spettatore a chiedersi: quanto siamo disposti a lasciare che il dolore ci abiti prima di poter tornare davvero a vivere?

L'Ombra del Corvo non offre risposte facili, ma si impone come una profonda e necessaria riflessione sul potere catartico del caos e sul complesso, sofferto percorso per tornare alla vita dopo una perdita incolmabile.
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