Il Natale degli italiani non si esaurisce più nello scambio dei doni sotto l’albero, ma prosegue in una vasta operazione di economia circolare che quest'anno vale miliardi. Secondo i dati del Centro Studi di Confcooperative, ci troviamo di fronte a una vera e propria "contro-spesa" alimentata da 28 milioni di "riciclatori seriali" che, tra regali non graditi e oggetti messi da parte durante l’anno, genereranno un risparmio complessivo di 3,7 miliardi di euro.
È un paradosso virtuoso: nonostante il valore delle tredicesime sia in costante crescita, passando dai 45,7 miliardi del 2022 ai 52,5 miliardi previsti per il 2025, quasi un cittadino su due sceglie consapevolmente di non acquistare il nuovo, ma di rimettere in circolo l’esistente, con un incremento del risparmio di 300 milioni rispetto allo scorso anno e di 400 milioni rispetto al periodo pre-pandemia.
Questa tendenza al riuso si riflette specularmente nelle abitudini alimentari post-festive, dove il 26 dicembre segna l’inizio del tradizionale rito degli avanzi. L’indagine Coldiretti/Ixè evidenzia come l’84% delle famiglie porti in tavola a Santo Stefano ciò che è rimasto della Vigilia e del pranzo di Natale, mossa dettata da una sensibilità ambientale che si acuisce proprio nei giorni di massimo consumo. Con solo il 9% delle case che riesce a consumare tutto immediatamente, l’obiettivo collettivo è salvare pietanze già pronte per un valore stimato di mezzo miliardo di euro. Per supportare i cittadini in questa missione, i cuochi contadini di Campagna Amica suggeriscono di trasformare il lesso e l’arrosto in ragù o panini gourmet, il pesce in polpette e il purè in crocchette o tortini gratinati.
Persino il pane raffermo e i dolci delle feste come pandoro e panettone trovano nuova vita in canederli o tiramisù alternativi, recuperando usanze storiche che hanno fondato la cultura enogastronomica del territorio. Tuttavia, la sfida contro lo spreco resta aperta: i dati Waste Watcher International ricordano che ogni italiano getta ancora 556 grammi di cibo a settimana, con una preoccupante prevalenza di frutta fresca, verdura e pane. Recuperare cibo e oggetti non è dunque solo una scelta economica per far quadrare i conti dopo le feste, ma un impegno verso l’ambiente che riduce i rifiuti e valorizza le risorse, trasformando quello che un tempo era considerato uno scarto nella nuova frontiera del consumo consapevole.