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Il ritratto intimo di Anna Magnani firmato Monica Guerritore

di Redazione
 
Il ritratto intimo di Anna Magnani firmato Monica Guerritore
Una data e un luogo carichi di storia e di attesa. È la vigilia della vittoria dell'Oscar per Anna Magnani, un trionfo che la incoronerà definitivamente come icona globale. Ed è proprio in quella notte sospesa, tra le ombre e le luci della Città Eterna, che ci introduce il film “Anna”, opera prima di Monica Guerritore, presentato con grande interesse alla sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma 2025.

Per la prima volta sul grande schermo, la storia della Magnani viene raccontata in un biopic che è un atto d'amore e un'immersione profonda nell'anima della donna dietro l'attrice. Scritto, diretto e interpretato da Monica Guerritore - che ha dedicato il film alla memoria di Andrea Purgatori, coautore della revisione –-"Anna" non si limita a celebrare la diva, ma ne esplora le fragilità e i tormenti più segreti.

Il cuore pulsante del film è l'oscillazione emotiva della Magnani (interpretata da Guerritore con rigore e passione) in quelle ore cruciali. L'attesa dell'Oscar per La rosa tatuata si mescola al dolore mai sopito per la rottura con Roberto Rossellini, l'uomo che l'ha segnata e poi abbandonata per Ingrid Bergman. La notte romana diventa così un palcoscenico interiore, una catarsi che ripercorre l'intera esistenza della Magnani.

La pellicola, attraverso gli occhi della giovane agente e confidente Carol Levi (interpretata da Beatrice Grannò e Lucia Mascino), svela i momenti chiave: dalle riprese di Roma città aperta e la nascita della sua relazione con Rossellini (Tommaso Ragno), agli scontri con Cinecittà che la emarginò spingendola a un doloroso ritorno in teatro, fino alla scoperta della malattia del figlio Luca.

In questo viaggio notturno, la Magnani non è mai veramente sola. Incontri con personaggi popolari - come la prostituta dalla chioma rossa interpretata da Tania Bambaci, che diventa specchio dei suoi tormenti - si alternano ai fantasmi e ai ricordi di amici e collaboratori come Suso Cecchi D'Amico (Francesca Cellini), Sergio Amidei (Stefano Rossi Giordani) e Indro Montanelli (Massimiliano Vado).

Monica Guerritore ha confessato in conferenza stampa di essersi immersa "come un palombaro" nello sguardo dell'attrice, cercando di restituire l'Anna più autentica: istintiva, appassionata e animata da una forza interiore che la portò a battersi in un ambiente cinematografico spesso ostile alle donne.

Il film è apprezzabile soprattutto per il ritratto che ne emerge: un'intensa riflessione sul desiderio di vedere riconosciuto il proprio valore e il proprio lavoro. È l'omaggio in forma più pura di Monica Guerritore a colei che, a suo dire, le ha indicato la strada, guardando alla donna, prima che alla celebrata attrice.

Nonostante qualche riserva sulla scelta stilistica di una regia ritenuta a tratti démodè - con l'uso insistito di rallenti, dissolvenze e la voce fuori campo - l'opera di Guerritore resta un coraggioso e sentito tentativo di penetrare la corazza della "Lupa" per rivelarne il cuore pulsante. Quella notte del 1956, che doveva essere il culmine della sua gioia professionale, fu paradossalmente il preludio di una fase calante a livello lavorativo, ma è proprio in quell'ambivalenza che "Anna" trova la sua dimensione più vera e toccante.
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