Economia

Gli azionisti di Generali scelgono la continuità e la creazione di valore, confermato il modello public company

di Luca Andrea
 
Gli azionisti di Generali scelgono la continuità e la creazione di valore, confermato il modello public company

Con la vittoria della Lista Mediobanca che conferma gli attuali vertici di Generali rappresentati dal presidente Andrea Sironi e dall'amministratore delegato Philippe Donnet, la maggioranza degli azionisti del Leone ha scelto la continuità nella governance e nella creazione di valore. In assemblea infatti, alla quale era rappresentato il 68,7% del capitale, la lista presentata dall'istituto di piazzetta Cuccia ha raccolto il 52,383%, pari al 68,777% dell'intero capitale. Sconfitta la cordata del nucleo di soci italiani, capeggiata da Caltagirone, che ha raccolto il 36,8%.

Analizzando il voto, si capisce che l'attuale managment ha raccolto il consenso dei fondi di investimento internazionali e, fatto ancora più importante, di buona parta del retail. All'interno del consenso ottenuto dalla Lista Mediobanca, i fondi hanno pesato infatti per il 17,5%, mentre il segmento dei piccoli investitori ha rappresentato quasi il 5%. La Lista sconfitta, quella presentata da Caltagirone, ha avuto l'appoggio di Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio che ha apportato il 9,9% e a sorpresa anche Unicredit con il 6,7%, lo 0,2% del quale per conto di clienti. Anche Crt potrebbe avere dato il suo apporto. Astenuta invece Edizione Holding della famiglia Benetton che possiede il 4,83% e che forse attende di vedere come andrà a finire l'offerta lanciata da Mps su Mediobanca.

Altra sorpresa è stato il mancato superamento della soglia da parte di Assogestioni per portare un proprio rappresentante all'interno del Consiglio. La  sua lista si è infatti fermata al 3,67%.

In assemblea quindi ha vinto la continuità con un occhio anche all'operazione Natixis, alla quale la lista risultata seconda in assemblea sarebbe contraria. la confluenza in tale lista anche di Unicredit pone quindi degli interrogativi sui reali obiettivi della banca guidata da Andrea Orcel. Qualche analista ipotizza che la partita giocata dall'istituto di piazza Cordusio sia a due binari, con il secondo diretto all'Ops sul Banco Bpm che nell'ultima riunione del Cda ha ribadito la sua contrarietà all'operazione. In fondo, la Lista Caltagirone, anche se risultata seconda ha portato nel Cda del Leone tre consiglieri, oltre ai dieci scelti dalla Lista Mediobanca, un nocciolo duro quindi che a seconda di come andrà l'Ops della banca del Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, rappresenta comunque un fattore di cui tenere conto. In questa ottica quindi, Unicredit potrebbe trovare una sponda per intavolare un dialogo con il Governo sulle prescrizioni contenute nel decreto Golden Power per il via libera all'offerta su Banco Bpm. Sono forse solo suggestioni, ma l'intreccio di partecipazioni incrociate nei vari istituti coinvolti nel risiko bancario lascia aperte molte ipotesi.

Quello che è certo, è che gli attuali vertici del Leone di Trieste hanno incassato una chiara vittoria, con lo schieramento in loro favore addirittura cresciuto rispetto all'assemblea del triennio appena trascorso. Non a caso, Donnet (nella foto) ha ringraziato gli azionisti che gli hanno confermato la fiducia affermando che: "vi siete espressi con grande chiarezza per la continuità della governance e la stabilità del management e a favore della strategia che stiamo implementando con successo. Con la mia squadra siamo già al lavoro per portare a casa grandi risultati, garanzia della vostra remunerazione".

Altro elemento importante che l'esito dell'assemblea ha certificato, sottolineato dallo stesso Donnet, è la continuità anche sotto il profilo dell'assetto azionario del Leone, come espressione di una public company. Visione sottolineata dal sostegno ottenuto dai fondi internazionali e dal settore retail.  "Il mercato si è espresso molto chiaramente e con grande unanimità - ha aggiunto Donnet -. Ho sempre detto che questo non era un referendum per l'operazione Natixis. E se lo fosse stato, sarebbe stato vinto. Ma ho sempre detto che questo era il voto per la scelta di una visione per Generali, per il futuro di Generali come public company indipendente, italiana e internazionale o per una Generali controllata da un paio di soci".

Le delibere dell'Assemblea degli Azionisti di Generali

Riuniti oltre 450 azionisti

L'Assemblea ha approvato il bilancio dell’esercizio 2024, così come messo a disposizione del pubblico, chiuso con un utile netto di € 3.724 milioni, stabilendo di assegnare agli azionisti un dividendo unitario di € 1,43 per ciascuna azione che verrà posto in pagamento a partire dal 21 maggio 2025. Le azioni saranno negoziate prive del diritto al dividendo a partire dal 19 maggio 2025.

Nomine:

A sostegno Donnet i fondi per il 17,5% e il retail quasi il 5%  

A favore anche Cassa Forense con l'1,2%

Lista Caltagirone ha ottenuto il 36,8% 

Assogestioni 3,67%

Rispetto al capitale totale:

Lista Mediobanca il 36,02%

Caltagirone il 25,36%

Dalla lista di maggioranza sono stati eletti: Andrea Sironi (indicato come Presidente indipendente), Clemente Rebecchini, Philippe Donnet (indicato come Amministratore Delegato), Luisa Torchia, Lorenzo Pellicioli, Clara Furse, Antonella Mei-Pochtler, Patricia Estany Puig, Umberto Malesci e Alessia Falsarone. Dalla prima lista di minoranza sono stati eletti: Flavio Cattaneo, Marina Brogi e Fabrizio Palermo. Dalla seconda lista di minoranza, non avendo questa raggiunto voti pari almeno al 5% del capitale sociale, non sono stati tratti consiglieri.

Il nuovo Cda di 13 membri si riunirà il 28 aprile.

Per lista Caltagirone ha votato Unicredit con il 6,7% (lo 0,2% per conto di clienti), Delfin con il 9,9% e forse anche Crt, Edizione Holding con il 4,83% si è astenuta.

L'Assemblea ha approvato il Long Term Incentive Plan di Gruppo (LTIP) 2025-2027 del Gruppo, autorizzando l'acquisto e la disposizione di un numero massimo di 7 milioni e 200 mila azioni proprie per servire il LTIP 2025-2027. 

Inoltre, l'Assemblea ha approvato il Programma di Acquisto di Azioni Proprie ai fini del loro annullamento nel quadro dell’attuazione del piano strategico 2025-2027, per un esborso complessivo massimo di Euro 500.000.000,00 ed in ogni caso il numero di azioni oggetto di tale acquisto non potrà eccedere il 2% del capitale sociale della Società.

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