Giornata dell'unità nazionale: per chi si fosse distratto (avendo tutta la nostra comprensione) si è celebrata oggi, nel quasi assoluto silenzio dei media. che l'hanno ricordata come fosse un atto dovuto, per il fatto che alla cerimonia all'Altare della Patria c'erano le massime istituzioni della Repubblica. Ma è passata quasi senza che qualcuno se ne accorgesse, come fosse la giornata di questa o quella malattia, di questa o quella moda (ce ne sono di assurde, basterebbe ignorarle, se non ne parlassero le televisioni), con il massimo rispetto per chi soffre e per chi non ha null'altro di importante da pensare.
E invece (e in questo facciamo atto di contrizione nei confronti dei nostri lettori) tutti si sarebbero dovuti mobilitare per una ricorrenza che dovrebbe essere il sigillo formale di un movimento, dapprima di pochi intellettuali poi del popolo - ma quante rivoluzioni hanno visto la gente testimone e non protagonista! -, che ha portato il Paese, più o meno, alle dimensioni territoriali e morali di oggi. Ma la domanda su cosa sia per tutti, oggi, l'unità nazionale cozza contro l'evidenza della quotidianità, in cui c'è chi se ne fa vanto, appena pochi anni dopo averla vilipesa, stracciata, usata come paradigma del fallimento del Paese.
Però la politica ci ha abituato a questo e ad altro ( di peggio) ancora.
Eppure si parla di confini d'Italia sono per avere un ulteriore argomento per sostenere le proprie posizioni, ben sapendo di usarlo sono strumentalmente. Come accade (ma è solo un esempio, sia chiaro, senza pensare di riferirci a qualcuno) quando si usa la forza per fermare in mare delle persone disperate, con la scusa che non possono entrare nel nostro territorio - al di là del fatto che ogni illegalità deve essere repressa, anche a costo di apparire feroci -, quando li si potrebbe fare arrivare a terra e, quindi, verificarne il profilo amministrativo. Perché così tutto si riduce ad una operazione propagandistica. Di quelle che si portano avanti se non si hanno altri argomenti e quindi si fa ricorso al sempre utile appello alla salvaguardia dei sacri confini.
Vorremmo oggi, e per tutti i giorni dell'anno, che parlare di Unità nazionale non fosse solo occasione per dirsi più patrioti di altri, più servitori della Patria di altri, ma il frutto della consapevolezza che questo sventurato e bellissimo Paese ha bisogno dell'apporto di tutti, senza che qualcuno si approfitti di lui.
Unità nazionale significa che ciascuno ha diritto ad avere le cure mediche di cui necessita e che siano tempestive; significa che ogni bambino, quale che sia il colore della pelle, il Dio che prega, la lingua che parla, abbia istruzione, primo passo per ''conquistare'' la vita; che ogni anziano, guardandosi dietro, non abbia la sensazione di lasciarsi un mondo peggiore; che ogni essere, quale sia il suo modo di esprimersi e di rapportarsi con gli altri, non abbia paura a manifestarlo.
Unità nazionale significa, infine, essere orgogliosi del proprio Paese e di non ricordarsene solo quando serve.