François Bayrou, annunciando la nascita del suo governo - il quarto in un anno, un record nella storia repubblicana della Francia - sa già che dovrà affrontare enormi difficoltà, a cominciare da un voto di sfiducia che, viste le divisioni dell'Assemblea nazionale, potrebbe già costringerlo alle dimissioni. Una condizione da ''anatra zoppa'', in cui Bayrou dovrà muovere i primi passi, nella consapevolezza che il suo tempo potrebbe avere un orizzonte molto corto.
Le difficoltà che Bayrou sta affrontando sono confermate anche dalla composizione del suo governo, in cui si mescolano elementi vecchi e nuovi, con molti volti noti: l'ex ministro degli Interni Gérald Darmanin è stato nominato ministro della Giustizia; l'ex primo ministro Elisabeth Borne, una tecnocrate, torna al governo come segretaria all'Istruzione, mentre un altro ex primo ministro, Manuel Valls, che ha prestato servizio sotto il presidente socialista François Hollande, è stato nominato ministro degli Esteri.
Jean-Noël Barrot manterrà la carica di ministro degli Esteri, mentre Bruno Retailleau è stato riconfermato ministro degli Interni. Éric Lombard, ex banchiere, guiderà il ministero dell'Economia, mentre Sébatien Lecornu rimarrà al ministero della Difesa e Rachida Dati alla ministra della Cultura.
L'impressione che si trae dalle prime ore del nuovo esecutivo è che la sua nascita sia stata fortemente condizionata dal fatto che molti ''pesi massimi'' della politica francese attendato la non lontana scadenza del 2027, quando i francesi saranno chiamati alle urne per eleggere il successore di Emmanuel Macron. Quini i nomi di peso del panorama politico non vogliono rischiare impegnandosi direttamente in un governo che probabilmente cadrà nel giro di poche settimane o rimarrà paralizzato fino a quando non si potranno tenere nuove elezioni generali la prossima estate.
Il precedente primo ministro, Michel Barnier, è rimasto in carica solo 90 giorni prima che la sua amministrazione venisse rovesciata da un voto di sfiducia.
Bayrou, un centrista, aveva promesso di formare un "governo di interesse nazionale", escludendo il Rassemblement national di estrema destra di Marine Le Pen e France Insoummise di estrema sinistra.
Alla fine, l'amministrazione di Bayrou, come quella di Barnier prima di lei, si è appoggiata alla destra conservatrice. Il governo di Macron ha perso la maggioranza parlamentare dopo che ha indetto elezioni anticipate a giugno, dopo che l'estrema destra aveva ottenuto guadagni storici alle elezioni europee
La mossa, tuttavia, si è ritorta contro di loro, lasciando l'Assemblea nazionale francese divisa in tre gruppi più o meno uguali (sinistra, centro e destra), nessuno dei quali ha la maggioranza assoluta.
Uno dei primi compiti del governo sarà quello di elaborare la legge di bilancio per il 2025 e di ridurre il deficit di bilancio della Francia, che dovrebbe raggiungere il 6% del prodotto interno lordo entro la fine dell'anno, ben al di sopra del 3% del PIL che l'Unione Europea richiede agli Stati membri.