FiberCop ed EnerCop lanciano il "Progetto Solare": la rete TLC punta al 35% di autosufficienza energetica

di Redazione

Il settore delle telecomunicazioni italiano accelera sulla via della transizione ecologica e dell’efficienza operativa. FiberCop, il principale gestore dell’infrastruttura digitale del Paese, e EnerCop, operatore di servizi energetici, hanno annunciato ufficialmente l’avvio del "Progetto Solare". L’iniziativa mira a trasformare la capillarità degli asset immobiliari di FiberCop in una centrale diffusa di produzione di energia rinnovabile.

L’operazione, che vede la collaborazione di due realtà entrambe controllate da Optics HoldCo, non ha solo una valenza ambientale, ma risponde a una precisa logica di sostenibilità economica: ridurre l'esposizione alla volatilità dei prezzi dell'energia di un'infrastruttura energivora per definizione.

La roadmap definita dalle due società è ambiziosa. Il piano industriale prevede la realizzazione di oltre 2.000 impianti entro il 2027, con l’obiettivo di generare circa 200 GWh di energia pulita all'anno.

A regime, l’impatto sul bilancio energetico di FiberCop sarà strutturale: il fotovoltaico arriverà a coprire circa il 35% dei consumi complessivi della società.

"L’integrazione di fonti rinnovabili nei nostri asset è una leva strategica per rendere le reti più sostenibili e resilienti", ha dichiarato Massimo Sarmi, Presidente e AD di FiberCop, sottolineando come l'autoproduzione sia fondamentale per l'ottimizzazione dell'efficienza operativa.

Il progetto è già entrato nella fase esecutiva. Entro l'inizio del 2026 verranno completati i primi 26 impianti, per una potenza superiore a 3 MWp. Tra questi spicca l’hub di Via Oriolo Romano a Roma, un sito da oltre 1,1 MWp che funge da modello per l'integrazione tecnologica tra TLC ed energia.

Questa prima tranche produrrà 4,35 GWh annui, garantendo un risparmio di circa 1.435 tonnellate di CO₂, l'equivalente dell'azione di 120.000 alberi.

L'elemento che distingue il "Progetto Solare" sotto il profilo tecnico-finanziario è l'adozione delle CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile).

Si tratta di un meccanismo evoluto che permette a FiberCop di consumare l'energia prodotta dai propri impianti anche se questi si trovano in siti fisicamente distanti dai punti di prelievo. Questo modello, già operativo sui primi due impianti e in fase di estensione tramite l'iscrizione al GSE, consente di: massimizzare il valore dell'energia autoprodotta e ridurre i prelievi dalla rete nazionale. Infine abilitare modelli avanzati di condivisione energetica tra i diversi nodi della rete.

Giulio Carone (nella foto), Amministratore Delegato di EnerCop, ha definito l’intesa come un "traguardo fondamentale" per l’integrazione delle rinnovabili nel settore telecomunicazioni, confermando come la verticalizzazione delle competenze all'interno del Gruppo Optics stia portando a soluzioni di sistema inedite nel panorama italiano.

Per FiberCop, la mossa del Progetto Solare non è solo una scelta "green". In un mercato finanziario sempre più attento ai parametri ESG, la riduzione dell'impronta carbonica e l'incremento dell'indipendenza energetica migliorano il profilo di rischio del debito e la valutazione degli asset infrastrutturali nel lungo periodo. In un settore ad alta intensità di capitale come quello della fibra ottica, l'efficienza energetica diventa, a tutti gli effetti, un moltiplicatore di valore per gli azionisti.

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