Eredità Agnelli, spunta il "Nuovo" testamento dell'Avvocato che riscrive l'eredità

di Redazione

Una notizia bomba ha scosso oggi il Tribunale di Torino: i legali di Margherita Agnelli hanno depositato un nuovo testamento di suo padre, l'Avvocato Gianni Agnelli, risalente al 1998 e finora inedito. Questo documento si inserisce nella complessa e aspra causa civile che vede Margherita opposta ai suoi tre figli, John, Lapo e Ginevra Elkann, per l'eredità di famiglia e il controllo della holding.

Il contenuto più clamoroso del presunto testamento olografo, datato 20 gennaio 1998, riguarda la "cassaforte" di famiglia: la società semplice Dicembre, che a cascata controlla il gruppo Exor e l'intero impero economico.

Secondo quanto emerso, Gianni Agnelli avrebbe disposto, "a modifica di altre disposizioni precedenti", il lascito della sua partecipazione nella Dicembre, pari a circa il 25%, a favore del figlio Edoardo (scomparso nel 2000). Il testo citato reciterebbe: "A modifica di altre disposizioni precedenti lascio a mio figlio Edoardo la mia partecipazione nella società semplice 'Dicembre' pari all'incirca al 25%. Sono sicuro che gli altri miei congiunti, già proprietari ciascuno di una quota della stessa attività, accetteranno senza contestazioni questa mia disposizione".

Questa disposizione, se ritenuta valida, si scontrerebbe con la successiva gestione della successione Agnelli, in particolare con l'accordo transattivo del febbraio 2004 in seguito al quale Margherita uscì dal capitale di Dicembre, lasciando le quote ai suoi figli Elkann. Attualmente, John Elkann detiene il 60% della società, mentre il restante 40% è diviso tra Lapo e Ginevra.

La difesa dei fratelli Elkann ha immediatamente minimizzato l'impatto del documento. I loro legali sostengono che il presunto testamento, prodotto in copia fotostatica, "non incide in alcun modo né sulla successione Agnelli né sulla successione Caracciolo e quindi sull'assetto proprietario della società Dicembre".

Tuttavia, il nuovo testamento riapre il dibattito sulla reale volontà di Gianni Agnelli e potrebbe potenzialmente invalidare o rimettere in discussione le successive disposizioni ereditarie, inclusa l'efficacia della cosiddetta "lettera di Monaco" del 1996, con cui l'Avvocato avrebbe indicato John Elkann come suo successore alla guida del gruppo, ma che non aveva il valore legale di un testamento formale.

Il colpo di scena si verifica in un momento delicato, poco dopo la conclusione della parte penale dell'inchiesta sull'eredità di Marella Caracciolo (vedova dell'Avvocato), dove la Procura di Torino ha espresso parere favorevole alla messa alla prova e all'archiviazione parziale per John Elkann e Gianluca Ferrero per alcuni dei reati contestati, con una richiesta di archiviazione integrale per Lapo e Ginevra Elkann e il notaio svizzero. I legali di Margherita avevano già sottolineato come l'ammissione di responsabilità implicita nella richiesta di messa alla prova da parte di John Elkann evidenziasse la "gravità delle condotte illecite".

Il deposito di questo documento del 1998, a oltre 20 anni dalla morte di Gianni Agnelli, aggiunge un tassello imprevisto e potenzialmente determinante a una delle più complesse e durature controversie successorie del panorama italiano. Sarà ora compito dei giudici valutarne l'autenticità e l'efficacia legale.