Difendersi costa, e all’Italia costerà sempre di più. Lo confermano i numeri contenuti nel Documento Programmatico Pluriennale della Difesa 2025-2027 pubblicato dal Ministero della Difesa. Nel 2025 il budget sale a 31,2 miliardi di euro, con un incremento del 7,2% rispetto al 2024. La cifra resterà sostanzialmente stabile nel 2026 e crescerà ancora nel 2027, fino a 31,7 miliardi. Non si tratta di fondi straordinari, ma della pianificazione di spesa ordinaria, che mostra però una chiara evoluzione strategica.
Il documento specifica che non si parla solo di armi in senso stretto. La crescita degli investimenti riflette infatti la trasformazione dello strumento militare italiano in chiave tecnologica, digitale e spaziale. Tra i principali capitoli di spesa figurano i sistemi spaziali, con 109 milioni per l’avvio del Piano spaziale della Difesa e 186 milioni per il nuovo satellite SICRAL 3, dedicato alle comunicazioni strategiche. Altri 131 milioni sono destinati alla sorveglianza dallo spazio, segno di una crescente attenzione al dominio orbitale e alla sicurezza satellitare.
Per quanto riguarda i mezzi terrestri, si prevedono 1,9 miliardi per la nuova famiglia di sistemi d’arma della componente pesante, 446 milioni per i mezzi logistici, 346 milioni per il veicolo blindato anfibio e 222 milioni per il VTLM 2, evoluzione dei Lince in dotazione all’Esercito. Nel settore marittimo spiccano i 1,025 miliardi per i nuovi cacciamine di ultima generazione, 273 milioni per le navi Offshore Patrol Vessel, e 174 milioni per il potenziamento dei sottomarini.
Ma la Difesa del futuro passa anche per il cyberspazio, infatti il piano destina 300 milioni alla “digitalizzazione della Difesa e reti cyber”, 140 milioni al Data Collection & Cyber Package, 165 milioni per il Comando e Controllo multidominio e 30 milioni al potenziamento del Cyber Package. Si vuole rafforzare la resilienza digitale delle infrastrutture militari e potenziare la capacità di risposta a minacce informatiche sempre più sofisticate.
Non mancano le voci dedicate alla ricerca e all’innovazione, con oltre 300 milioni per programmi europei e cooperazioni nell’ambito della Permanent Structured Cooperation (PESCO) e del European Defence Fund. Queste risorse serviranno a sostenere l’industria nazionale della difesa e a rafforzare la presenza italiana nei progetti congiunti UE.
Da segnalare anche i progetti infrastrutturali “Basi Blu” e “Aeroporti Azzurri”, che mirano all’ammodernamento delle basi navali e aeronautiche, all’efficienza energetica e alla sicurezza cyber delle installazioni.
Il bilancio della Difesa, tuttavia, non coincide con quello dichiarato alla NATO, poiché a quest’ultimo vanno aggiunte le spese per compiti istituzionali e le missioni internazionali, elementi che fanno lievitare ulteriormente l’impegno italiano nel quadro dell’Alleanza Atlantica.
Il DPP 2025-2027 fotografa una Difesa che si espande e si evolve, spostando il baricentro strategico verso tecnologia, spazio e cybersicurezza. In sintesi, la volontà del governo Meloni di consolidare il ruolo dell’Italia come attore moderno e integrato nella sicurezza euro-atlantica.