Esteri

Cina, il boom del fotovoltaico si trasforma in crisi: governo in pressing sulle aziende

di Redazione
 
Cina, il boom del fotovoltaico si trasforma in crisi: governo in pressing sulle aziende
Dopo aver dominato per anni la scena globale dell’energia solare con margini record, l’industria cinese dei pannelli fotovoltaici sta vivendo la sua stagione più difficile. Il settore, simbolo della transizione verde targata Pechino, è scivolato in una spirale di perdite che costringe il governo a intervenire con decisione. Secondo un’inchiesta del Financial Times, l’esecutivo cinese ha iniziato a fare pressione sui colossi del comparto – formalmente aziende private, ma in realtà spesso legate a doppio filo alle autorità locali – affinché chiudano gli impianti meno competitivi e riducano l’eccesso di offerta che sta strangolando il mercato. Il paradosso è nei numeri. Nel 2024 la Cina ha sfornato pannelli per 588 Gigawatt, più del doppio rispetto alla propria domanda interna (277 GW) e largamente oltre anche le richieste dall’estero (174 GW), come riportano i dati di Natixis. Un surplus enorme che ha spinto i prezzi al ribasso, erodendo i margini delle imprese. Se tra il 2022 e il 2023 le aziende brindavano a utili mai visti, il 2024 segna la brusca inversione: nel primo semestre il fatturato del comparto è sceso del 23% e i sei maggiori produttori hanno accumulato perdite per 20,2 miliardi di yuan (circa 2,8 miliardi di dollari), più che raddoppiate in dodici mesi. Goldman Sachs stima che la capacità produttiva sia stata già tagliata al 54%, ma nonostante ciò l’emorragia continua.

Il deterioramento finanziario delle aziende arriva in un contesto macroeconomico già segnato da spinte deflazionistiche, e a Pechino il campanello d’allarme è suonato forte. All’inizio di luglio, il neo-ministro dell’Industria Li Lecheng ha convocato i dirigenti di 14 tra le più grandi società del settore, esortandoli a mettere fine alla “corsa al ribasso” sui prezzi e ad accelerare la chiusura degli impianti ritenuti non più sostenibili. La Cina controlla circa il 90% della produzione mondiale di pannelli fotovoltaici ed è ormai all’avanguardia nelle tecnologie legate al solare. Ma proprio questo strapotere si è trasformato in un’arma a doppio taglio: la capacità produttiva eccessiva, che per anni ha garantito prezzi bassi e dominio globale, oggi rischia di soffocare le stesse imprese che l’hanno alimentata. La sfida per Pechino sarà ora trovare un equilibrio tra leadership tecnologica e sostenibilità economica, evitando che il fiore all’occhiello della sua transizione verde si trasformi in un nuovo epicentro di crisi industriale.
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