Cinema & Co.

“C’è ancora domani” e la (non) candidatura agli Oscar

di Barbara Leone
 

Quando si parla di Oscar, l’eccitazione è sempre nell’aria. E così, in un attimo, un malinteso può trasformarsi in un festeggiamento precoce. “C’è ancora domani”, la brillante opera prima di Paola Cortellesi, non è candidata al premio come Miglior Film agli Oscar 2025. Sì, avete letto bene. Ma allora, cos’è successo davvero? Lunedì scorso, giornali e siti italiani hanno diffuso una notizia che ha scaldato i cuori: il film della Cortellesi sarebbe stato selezionato tra i titoli in corsa per il prestigioso Academy Award for Best Picture. Tanto è bastato per scatenare titoli roboanti e congratulazioni affrettate, con il Ministero della Cultura che si è unito al coro celebrativo indicandolo come «uno dei lungometraggi che parteciperanno alla corsa all’Oscar come miglior film dell’anno». Peccato che le cose non stanno esattamente così. Detto in soldoni, si è trattato di un gigantesco misunderstanding dovuto a unalettura troppo ottimista di un documento ufficiale diffuso dall’Academy. La verità è che il film della Cortellesi è semplicemente (si fa per dire semplicemente, perché stiamo comunque parlando di un bel traguardo) incluso nella "Reminder List of Productions Eligible for the 97th Academy Awards”, una lista di ben 323 film che soddisfano i requisiti tecnici per partecipare agli Oscar.

Questo però non significa che il film sia candidato al premio più ambito. Per chiarire l’equivoco, è intervenuta la stessa Paola Cortellesi che, ricordando l’importanza di sostenere lo splendido “Vermiglio2 di Maura Delpero (e cioè il vero candidato italiano per la categoria Miglior Film Internazionale), con il suo inconfondibile mix di ironia e lucidità ha precisato: “Sono grata a Greenwich Entertainment, distributore americano del film, per aver creduto in ‘C’è ancora domani’ e averlo presentato tra i film eleggibili agli Oscar. Ora, chiariamoci: in questo campionato USA, le probabilità che ‘C’è ancora domani’ entri nelle cinquine degli Academy Awards sono pari, direi, alla vita di un gatto in tangenziale, a Roma, nell’anno del Giubileo.” Tradotto: zero. Questo perché essere nella “Reminder List” significa che un film ha i requisiti tecnici per essere considerato in varie categorie, ma non è automaticamente in gara per tutte. Per il Miglior Film, ad esempio, c'è un'altra lista più ristretta, la "Best Picture Reminder List", che quest'anno include solo 207 titoli. Qui, purtroppo, "C'è ancora domani" non compare. E no, non è un complotto contro la Cortellesi, ma una questione di regole (e un pizzico di sfortuna). L’Academy, infatti, applica criteri specifici per ogni categoria. Per il Miglior Film, è necessario soddisfare almeno due dei quattro "Representation and Inclusion Standards" (RAISE), che promuovono diversità e inclusione nel cast, nella troupe e nei temi trattati. Una sfida che, evidentemente, non tutti i film riescono a superare.

Nonostante l’equivoco, “C’è ancora domani” resta un piccolo gioiello del cinema italiano, capace di alternare toni comici e drammatici in una narrazione toccante e universale. La storia di Delia, interpretata dalla stessa Cortellesi, è un ritratto di resilienza femminile in un periodo storico cruciale per l’Italia del dopoguerra. Un successo di critica e pubblico, che infondo non ha bisogno di un Oscar per brillare (anche se non guasterebbe). Alla fine della fiera, questo caso è un promemoria per tutti: approfondire è importante, soprattutto quando si tratta di premi internazionali e regolamenti complessi. Ma è anche una testimonianza dell’entusiasmo che il cinema italiano può ancora generare, sia in patria che all’estero. E, diciamolo, non è poco.

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