Economia
Italia fanalino di coda nei mercati dei capitali: il modello Bocconi-EQUITA per invertire la rotta
di Demetrio Rodinò

Il mercato dei capitali italiano è il più fragile d’Europa. A certificarlo, ancora una volta, è la dodicesima edizione dell’evento congiunto EQUITA – Università Bocconi, che oggi ha presentato l’inedito studio “European Financial Ecosystems: Comparing France, Sweden, UK and Italy”, realizzato dal Centro BAFFI. L’analisi comparata tra i sistemi finanziari di Italia, Francia, Svezia e Regno Unito ha acceso i riflettori su un’urgenza strutturale: l’Italia continua a perdere terreno nel finanziamento delle imprese, nella capitalizzazione di Borsa e nello sviluppo di investitori istituzionali.
Nel 2024 la capitalizzazione di Borsa in Italia ha toccato appena il 38% del PIL, ben lontano dal 90% del Regno Unito, dal 120% della Francia e dal 170% della Svezia . Solo un’IPO sul mercato regolamentato e oltre 28 miliardi di euro bruciati per uscite dal listino raccontano un sistema in difficoltà.
Il CEO di EQUITA, Andrea Vismara (nella foto), ha evidenziato i motivi strutturali del ritardo italiano: "una tradizione bancocentrica che penalizza l’accesso ai capitali alternativi, un livello ancora troppo basso di educazione finanziaria, un sistema pensionistico a ripartizione che non alimenta fondi a lungo termine e un’impostazione fiscale che continua a privilegiare immobili e titoli di Stato".
Lo studio firmato Bocconi propone soluzioni concrete ispirate a modelli già attivi all’estero. In Francia, Svezia e Regno Unito i mercati dei capitali sono considerati beni pubblici. Gli strumenti di risparmio agevolati – come ISK (Svezia), ISA (UK) e PEA (Francia) – incentivano gli investimenti azionari delle famiglie. I fondi pensione svolgono un ruolo cruciale nel sostenere l’economia reale, mentre istituzioni come la Caisse des Dépôts et Consignations in Francia hanno mostrato come lo Stato possa agire da investitore paziente, soprattutto nelle PMI e nelle infrastrutture.
In particolare, il Regno Unito ha avviato il consolidamento di 86 regimi pensionistici locali in otto “megafondi” con oltre 50 miliardi di sterline ciascuno, destinati a liberare fino a 80 miliardi di nuovi investimenti strategici. In Svezia, i fondi AP statali sono affiancati da schemi occupazionali privati, offrendo una partecipazione ampia e diversificata al mercato.
Il convegno, aperto dal Rettore della Bocconi Francesco Billari e dal CEO di EQUITA Andrea Vismara, ha visto la partecipazione di importanti protagonisti del mondo finanziario, tra cui Carmine Di Noia (OCSE), Federico Freni (MEF), Fabrizio Testa (Borsa Italiana), Barbara Lunghi (Euronext) e Adam Kostyàl (Nasdaq Stockholm).
Nel suo intervento, Vismara ha sottolineato come alcune riforme siano finalmente in corso anche in Italia: dalla Legge Capitali al Fondo Nazionale Strategico, dal Libro Verde del MEF alla revisione del Testo Unico della Finanza. Ma l’AD di EQUITA ha anche lanciato un messaggio chiaro: senza una fiscalità strutturata a favore del mercato dei capitali, e senza una visione politica che riconosca il valore pubblico del settore, l’Italia resterà fanalino di coda.
Il messaggio che arriva dall’edizione 2025 del convegno EQUITA-Bocconi è netto: “Il futuro delle nuove generazioni è legato allo sviluppo dei mercati dei capitali. Non possiamo più permetterci di ignorare il legame tra ecosistema finanziario e benessere collettivo”, ha dichiarato Vismara. Da qui, l’auspicio che la cabina di regia annunciata dal Governo per lo sviluppo del mercato dei capitali diventi un vero motore di riforma, con il contributo attivo di tutti gli attori coinvolti.