Economia

Banche, ABI: più credito, tassi in calo e qualità del rischio in miglioramento

di Redazione
 
Banche, ABI: più credito, tassi in calo e qualità del rischio in miglioramento
Il Rapporto mensile ABI di novembre 2025 offre un quadro nitido di un sistema bancario che continua a rafforzarsi, sostenuto da un equilibrio più maturo tra credito, raccolta e qualità degli attivi. I segnali positivi riguardano sia famiglie sia imprese, con dinamiche che alimentano prospettive di stabilità per i prossimi mesi.

A ottobre 2025, i prestiti a famiglie e imprese sono cresciuti dell’1,5% su base annua, confermando il progressivo ritorno alla normalità dopo due anni segnati dalla frenata del credito legata al ciclo restrittivo della BCE. Per le famiglie si tratta del decimo mese consecutivo di crescita, mentre per le imprese il trend positivo dura da quattro mesi. Una svolta che indica come il costo del denaro, pur ancora elevato rispetto al periodo pre-2022, si stia muovendo lungo una traiettoria gradualmente più favorevole.

Sul fronte della raccolta, l’ABI certifica un’altra accelerazione, la raccolta diretta cresce infatti del 3,3% su base annua, una dinamica positiva che prosegue senza interruzioni dall’inizio del 2024. I depositi aumentano del 2,8% mentre le obbligazioni bancarie, strumenti tornati centrali nelle strategie di funding degli istituti, registrano un incremento del 6,9%, segnalando un mercato in ripresa e una domanda più vivace da parte della clientela alla ricerca di rendimenti certi in un contesto ancora volatile. Ancora più robusta la raccolta indiretta, salita di 90,7 miliardi tra settembre 2024 e settembre 2025, con contributi significativi sia dalle famiglie sia dalle imprese.

Sul versante dei tassi, il quadro mostra miglioramenti tangibili. A ottobre, il tasso medio sui nuovi mutui immobiliari è al 3,30%, in calo deciso rispetto al 4,42% registrato alla fine del 2023, il tasso sui nuovi finanziamenti alle imprese scende al 3,56% contro il 5,45% del picco post-rialzi BCE. Anche se il costo del credito resta superiore ai livelli pre-pandemici, la tendenza alla normalizzazione è ormai evidente.

Il costo della raccolta evolve con maggiore gradualità. I nuovi depositi vincolati rendono il 2,10%, un livello superiore alla media dell’area euro, mentre il tasso sui conti correnti, che rispecchia meno la dinamica dei tassi di mercato, si stabilizza allo 0,28%. Lo spread tra prestiti e raccolta, fondamentale indicatore di redditività per gli istituti, si posiziona a 188 punti base, segnalando un equilibrio sostenibile tra margini e competitività.

Il capitolo più incoraggiante riguarda la qualità del credito, con i crediti deteriorati netti che scendono a 29,4 miliardi, il livello più basso degli ultimi dieci anni. Dal picco del 2015, quando avevano raggiunto 196,3 miliardi, il sistema ha ridotto gli NPL di circa 167 miliardi, confermando uno dei processi di pulizia dei bilanci più rapidi e incisivi d’Europa. Il peso dei crediti deteriorati sul totale degli impieghi è oggi all’1,41%, in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti e molto lontano dal 9,8% registrato dieci anni fa.

Dal report ABI di novembre 2025 emerge dunque l’immagine di un settore bancario solido, che ha assorbito l’urto del ciclo monetario restrittivo e oggi si muove verso una fase di crescita più stabile.
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