Economia

Azimut precipita in Borsa, i rilievi di Bankitalia affondano il titolo e aprono un caso sulla governance

di Redazione
 
Azimut precipita in Borsa, i rilievi di Bankitalia affondano il titolo e aprono un caso sulla governance
Seduta da incubo per Azimut a Piazza Affari. Il titolo della società guidata da Pietro Giuliani, dopo appena mezz’ora dall’apertura, crolla oltre il 13%, segnandosi come la peggior blue chip della giornata e trascinando al ribasso l’intero comparto del risparmio gestito. A scatenare la fuga degli investitori è il comunicato diffuso su richiesta di Consob, nel quale vengono resi pubblici i dettagli dei rilievi formulati da Banca d’Italia al termine dell’ispezione condotta tra marzo e giugno di quest’anno.

Il quadro delineato dall’Autorità di Vigilanza è tutt’altro che rassicurante. La Banca d’Italia ha evidenziato “rilevanti carenze di governance e organizzative”, giudicando l’assetto della SGR inadeguato a garantire controlli efficaci e una gestione allineata agli standard richiesti a un intermediario delle dimensioni e dell’ambizione del gruppo. Una critica pesante, che arriva dopo settimane di turbolenze e che mette in discussione non solo il funzionamento interno, ma anche la capacità della società di portare avanti operazioni straordinarie e progetti strategici.

Secondo Bankitalia, l’attuale situazione aziendale non risulta idonea a sostenere partecipazioni in operazioni rilevanti, fusioni, scissioni, acquisizioni e operazioni su rami d’azienda vengono indicate come attività non compatibili, allo stato attuale, con il livello di solidità e organizzazione dell’intermediario. Un giudizio che pesa come un macigno sul futuro industriale della società e che alimenta incertezza in un momento già complesso.

Il progetto più esposto è TNB, la nuova banca digitale annunciata da Azimut e già sotto osservazione per diversi aspetti tecnici e organizzativi. Bankitalia chiede la piena implementazione del piano di rimedio predisposto dalla società, chiedendo che tutte le carenze vengano eliminate e che i miglioramenti siano verificati direttamente dall’Autorità.

Il mercato ha interpretato queste precisazioni come un campanello d’allarme chiaro e inequivocabile. Se nei comunicati del 6 e del 10 novembre erano già emersi elementi critici, le richieste aggiuntive diffuse oggi appaiono molto più dure e mettono in luce un quadro meno “visibile” e ben più fragile di quanto inizialmente comunicato. La reazione, quindi, è stata immediata e violenta con vendite a raffica, volatilità ai massimi e un sentiment che, ora, vira decisamente in negativo.

Il caso Azimut si trasforma così in un banco di prova sulla trasparenza della governance e sulla capacità della società di recuperare credibilità nei confronti del mercato e delle Autorità. In attesa di nuovi sviluppi, resta un dato, la fiducia degli investitori, oggi, ha subito un colpo pesantissimo.
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