Economia
Anci e Federcasse unite per le aree interne, un’alleanza per fermare lo spopolamento e rilanciare i territori
di Redazione

Un nuovo patto per le comunità italiane più fragili. È stato firmato oggi nel capoluogo campano il protocollo d’intesa tra Anci e Federcasse, un accordo strategico per contrastare lo spopolamento e la desertificazione dei servizi nelle aree interne del Paese. L’intesa, sottoscritta dal presidente dell’Anci e sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e dal presidente di Federcasse Augusto dell’Erba, segna l’avvio di una collaborazione strutturata tra le amministrazioni locali e il sistema delle Banche di Credito Cooperativo, con l’obiettivo di rafforzare il presidio economico, sociale e finanziario nei territori più periferici.
Il protocollo, firmato nella sede di Anci Campania, nasce con una duplice finalità: da un lato valorizzare la presenza delle BCC, Casse Rurali e Casse Raiffeisen nelle comunità locali, dall’altro potenziare la loro capacità di servizio nei confronti delle amministrazioni comunali e dei consorzi territoriali. Gli ambiti operativi sono molteplici: facilitare l’accesso ai finanziamenti, rendere più efficienti i sistemi di pagamento e le convenzioni con la pubblica amministrazione, promuovere la formazione e l’educazione finanziaria, costruire reti collaborative con associazioni, consorzi e corpi intermedi.
L’accordo prevede inoltre l’istituzione di un Tavolo di coordinamento permanente tra Anci e Federcasse, incaricato di programmare, monitorare e valutare le azioni condivise. Al tavolo prenderanno parte le federazioni locali delle BCC e le due grandi capogruppo del credito cooperativo italiano - Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca - insieme al sistema Raiffeisen dell’Alto Adige. L’obiettivo comune è sviluppare modelli di cooperazione pubblico-privata che rendano sostenibile la presenza dei servizi bancari e amministrativi anche nei piccoli centri, oggi sempre più a rischio di abbandono.
I numeri confermano l’urgenza dell’iniziativa: in Italia operano 216 Banche di Credito Cooperativo, con 4.095 sportelli attivi, pari a oltre il 21% del totale nazionale. Di questi, quasi un terzo è localizzato nei Comuni delle aree interne, e in 791 Comuni le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria, una quota cresciuta del 43% nell’ultimo decennio. Un presidio di prossimità che, come sottolineato da Manfredi, “è vitale per il futuro delle comunità locali”.
“Sostenere concretamente lo sviluppo partecipato dei nostri territori è una priorità - ha dichiarato il presidente dell’Anci -. Le Banche di Credito Cooperativo sono spesso l’unico presidio bancario nelle aree più fragili, dove il mercato tende a ritirarsi. Con questo protocollo lavoriamo per garantire servizi essenziali e infrastrutture finanziarie ovunque, affinché nessun Comune resti isolato. La nostra collaborazione nasce da un obiettivo comune: affrontare insieme la desertificazione dei servizi e lo spopolamento, garantendo un futuro ai territori più periferici del Paese”.
Sulla stessa linea Augusto dell’Erba, che ha sottolineato il valore strategico della partnership: “L’accordo rappresenta una naturale evoluzione del ruolo che le BCC hanno sempre avuto: essere banche delle comunità, al servizio dei cittadini e delle imprese. Ora si apre una fase nuova e metodologicamente originale, che rafforzerà la capacità di servizio del credito cooperativo verso le amministrazioni locali. Vogliamo migliorare la qualità della vita delle persone e contribuire allo sviluppo partecipato e durevole, partendo dai territori”.
Dell’Erba ha ricordato anche i risultati del settimo Rapporto sulla generatività e il ben-vivere promosso da Federcasse, che evidenzia come le BCC non siano solo intermediari finanziari, ma veri e propri motori di coesione sociale. In molte aree del Paese, ha sottolineato, “le banche di comunità sono un punto di riferimento quotidiano, capaci di dare credito, fiducia e identità”.
Il protocollo Anci-Federcasse si inserisce in un contesto nazionale che chiede risposte urgenti al fenomeno dello spopolamento, oggi tra le emergenze più critiche per l’Italia. Secondo le ultime rilevazioni Istat, in oltre 2.000 comuni interni il calo demografico supera il 20% in dieci anni, con effetti diretti su economia, servizi e coesione sociale. L’accordo firmato a Napoli si propone di invertire questa tendenza, promuovendo un modello di finanza di prossimità capace di coniugare sostenibilità economica e rigenerazione territoriale.