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Voli in ritardo, UE mantiene il limite delle 3 ore per il risarcimento

Redazione
 
Voli in ritardo, UE mantiene il limite delle 3 ore per il risarcimento

L’Europa si schiera dalla parte dei passeggeri. La Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo ha approvato le nuove linee guida per la revisione del regolamento sui diritti dei viaggiatori aerei, respingendo con decisione la proposta del Consiglio dell’Unione Europea che avrebbe allungato i tempi per i rimborsi.

 

Voli in ritardo, UE mantiene il limite delle 3 ore per il risarcimento

 

Bruxelles aveva infatti ipotizzato di portare da tre a quattro o addirittura sei ore il limite per ottenere un risarcimento in caso di ritardo, ma l’Eurocamera ha detto no, riaffermando con fermezza il principio che tutela milioni di viaggiatori europei: dopo tre ore di ritardo, una cancellazione o un imbarco negato, il passeggero ha diritto al rimborso, alla riprotezione su un altro volo e a una compensazione economica. “Abbiamo diversi limiti invalicabili per cui ci batteremo e su cui non cederemo”, ha dichiarato l’eurodeputato bulgaro Andrey Novakov, relatore del provvedimento, sottolineando la determinazione dell’Eurocamera nel garantire “diritti certi ed efficaci ai passeggeri europei”.

 

Le nuove disposizioni vanno oltre il semplice tema dei rimborsi, abbracciando un approccio più ampio e concreto alla tutela del consumatore. I deputati europei hanno ribadito che la distanza del volo continuerà a incidere solo sull’importo della compensazione, che varierà tra 300 e 600 euro, mentre in caso di negato imbarco il passeggero dovrà ricevere la compensazione immediatamente.

Per semplificare le procedure, è stato proposto un modulo unico europeo per le richieste di rimborso, che le compagnie dovranno inviare entro 48 ore dal disservizio, precompilato o accessibile attraverso piattaforme automatiche. Inoltre, ogni aeroporto dovrà dotarsi di un punto di contatto unico per la gestione dei bagagli smarriti, per evitare ai passeggeri la consueta odissea di reclami e attese interminabili.

Centrale anche la battaglia contro i costi nascosti. L’Europarlamento chiede di vietare le tariffe aggiuntive per il check-in, sia online che in aeroporto, e di eliminare i supplementi per la correzione di errori ortografici nel nome del viaggiatore, una prassi che le compagnie aeree hanno spesso trasformato in un espediente per aumentare i guadagni. Sul fronte della tutela dei minori, arriva una norma che introduce finalmente un principio di buon senso: i bambini sotto i 14 anni dovranno poter viaggiare accanto all’adulto che li accompagna, senza costi aggiuntivi. Imporre tariffe extra per far sedere un genitore accanto al proprio figlio, sostengono gli eurodeputati, è una pratica “immorale” che non può più essere tollerata.

Novità anche per la gestione dei bagagli a mano, uno dei temi più controversi nel trasporto aereo moderno. Il Parlamento europeo chiede che ogni viaggiatore abbia diritto a portare gratuitamente a bordo un oggetto personale, come una borsa o un laptop, sistemabile sotto il sedile, e un bagaglio a mano di dimensioni complessive non superiori a 100 centimetri e dal peso massimo di 7 chili. Si tratta di una misura pensata per frenare le politiche tariffarie spesso opache delle compagnie low cost, restituendo chiarezza e uniformità alle regole sui bagagli.

Altro punto toccato dai deputati riguarda la possibilità di scegliere liberamente tra carta d’imbarco digitale o cartacea, un dettaglio che si traduce in maggiore libertà per il passeggero e minori disagi, soprattutto per chi non ha dimestichezza con le app o i dispositivi elettronici. Non meno importante, l’Eurocamera ha deciso di mettere ordine anche nel capitolo delle circostanze eccezionali, stabilendo un elenco chiaro e uniforme di casi in cui le compagnie aeree potranno essere esonerate dal pagamento dei risarcimenti. Tra queste, disastri naturali, guerre, condizioni meteorologiche estreme e controversie di lavoro impreviste.

Tuttavia, restano esclusi gli scioperi interni al personale delle compagnie, che non potranno più essere invocati come pretesto per negare i rimborsi. L’elenco potrà essere aggiornato nel tempo dalla Commissione europea tramite atti delegati, per garantire una normativa sempre coerente con la realtà del settore.

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