Il traffico aereo internazionale sta lentamente tornando alla normalità dopo una delle più complesse emergenze tecnologiche degli ultimi anni. L’aggiornamento del software di gestione degli Airbus A320, resosi necessario a seguito della scoperta di un allarme legato alle radiazioni solari e al loro potenziale impatto sui sistemi di controllo in volo, ha provocato sabato il fermo a terra di circa 6.000 aeromobili in tutto il mondo. Una misura senza precedenti che ha messo a dura prova la mobilità globale in uno dei weekend più critici negli Stati Uniti, quello del Ringraziamento, già complicato dal maltempo e dalle numerose cancellazioni dovute a neve e gelo nella regione dei Grandi Laghi.
Caso Airbus, il traffico aereo rallenta ma la paralisi è evitata
Il cuore del problema risiede nel sistema Elac, il computer di controllo degli elevatori e degli alettoni, prodotto da Thales. La multinazionale francese ha però chiarito che il malfunzionamento non è riconducibile ai suoi componenti hardware. La funzionalità incriminata sarebbe infatti gestita da un software non progettato direttamente da Thales. Airbus, dal canto suo, non ha ancora comunicato il nome dell’azienda responsabile dello sviluppo, limitandosi a rinnovare le scuse per i disagi e a ribadire che la sicurezza resta la priorità assoluta.
La scintilla della crisi risale al 30 ottobre, quando un volo JetBlue da Cancún a Newark ha improvvisamente perso quota, costringendo i piloti a un atterraggio d’emergenza a Tampa. Dieci passeggeri erano rimasti feriti. L’indagine successiva ha rivelato che l’innesco dell’evento sarebbe stato un fenomeno raro ma ben noto agli ingegneri aerospaziali, l’intensa radiazione solare capace di colpire l’elettronica dell’aereo e alterare, con un processo noto come “bit flip”, i dati essenziali per il funzionamento dei comandi di volo.
Secondo Alessandro Paccagnella, docente di Ingegneria dell’Informazione all’Università di Padova, il bit flip si verifica quando il valore di un singolo bit, da 0 a 1 o viceversa, cambia in modo involontario a causa dell’impatto di particelle solari o cosmiche sui semiconduttori, causando la corruzione dei dati. Una vulnerabilità rara ma non del tutto eliminabile nei sistemi complessi come quelli aeronautici.
L’effetto domino di questo incidente ha portato Airbus a ordinare un aggiornamento immediato del software dell’intera famiglia A320, generando forti ripercussioni operative. JetBlue è risultata tra le compagnie più colpite, con almeno 70 voli cancellati solo nella giornata di oggi e la previsione di ulteriori disagi. Altre compagnie, da American Airlines a United, passando per Air India, Delta, Wizz Air, Volaris, Air Arabia e Flyadeal, hanno invece confermato di aver completato o quasi il processo di aggiornamento, in molti casi senza particolari impatti sui programmi di volo.
Anche in Asia la situazione è rimasta complessa, con ritardi registrati dalla low-cost taiwanese Tigerair. Ma il lavoro intenso dei tecnici ha permesso di evitare lo scenario più temuto, cioè una paralisi prolungata del trasporto aereo globale.
Airbus ha annunciato oggi che la “stragrande maggioranza” dei circa 6.000 A320 coinvolti ha già ricevuto l’aggiornamento necessario e che restano meno di 100 aeromobili ancora da modificare, per i quali è stata avviata una collaborazione diretta con le compagnie interessate. Il gruppo europeo ha anche confermato che il processo di aggiornamento software terminerà in pochi giorni e che, in alcuni casi, potrebbe essere necessario intervenire fisicamente sull’hardware, sostituendo i moduli Elac più sensibili al rischio di corruzione dei dati.
La prossima versione del software, assicurano fonti tecniche, sarà sottoposta a un ventaglio di test più ampio per ridurre ulteriormente la vulnerabilità alle radiazioni solari. Un aspetto che, secondo alcuni piloti, sarebbe stato già al centro della versione 104 del software Elac, poi sospesa perché risolveva problemi minori ma ne introduceva altri più insidiosi rispetto alla precedente versione 103.