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Vietnam: mezzo secolo dopo la guerra i campi di battaglia diventano destinazioni turistiche

Redazione
 
Vietnam: mezzo secolo dopo la guerra i campi di battaglia diventano destinazioni turistiche

Hamburger Hill, Huế, la valle di Ia Drang, Khe Sanh: sono questi i nomi che più evocano la guerra combattuta in Vietnam dagli Stati Uniti e che migliaia di americani e vietnamiti conoscono come cimiteri dei propri cari, caduti combattendo più di mezzo secolo fa e che oggi, da campi di battaglia, sono diventati mete di pellegrinaggio non soltanto per i veterani di entrambe le parti che vi hanno combattuto, ma anche per i turisti che vogliono vedere in prima persona i luoghi in cui si è combattuta la guerra.

Vietnam: mezzo secolo dopo la guerra i campi di battaglia diventano destinazioni turistiche

Il Museo della guerra, Nha Trung Bay Toi Ac Chien Tranh, custodisce una raccolta potente ed evocativa degli orrori di quella guerra durata quasi 20 anni, dal 1955 al 1975, causando la morte di oltre 58.000 americani e un numero molto più alto di vietnamiti. Ogni anno attrae circa 500.000 visitatori, di cui circa due terzi stranieri: le sue sale sono denuncia dei crimini di guerra e delle atrocità americane, come il massacro di My Lai e gli effetti devastanti dell’Orange Agent, defoliante ampiamente utilizzato durante la guerra.

Per il Vietnam, tutto è iniziato quasi subito dopo la lotta durata quasi un decennio per espellere i coloni francesi, sostenuti da Washington, che culminò con la decisiva sconfitta delle forze francesi a Dien Bien Phu nel 1954.

La fine dell'Indocina francese comportò grandi cambiamenti nella regione, tra cui la spartizione del Vietnam nel Nord comunista guidato da Ho Chi Minh e nel Sud allineato agli Stati Uniti.
Quest'anno ricorre il 50° anniversario della caduta di Saigon nelle mani dei Viet Cong, e anche il 30° anniversario del ripristino delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Vietnam. Dopo la pandemia, il turismo ha registrato una rapida ripresa ed è ora un motore fondamentale della crescita del Vietnam, rappresentando circa un posto di lavoro su nove nel Paese.

Il Vietnam ha registrato oltre 17,5 milioni di visitatori stranieri nel 2024, un dato vicino al record di 18 milioni registrato nel 2019. Quest'anno gli Stati Uniti avrebbero dovuto inaugurare la prima mostra propria al museo, illustrando nel dettaglio gli ingenti sforzi compiuti da Washington per porre rimedio ai danni causati dalla guerra, ma l'iniziativa è stata sospesa a tempo indeterminato dopo il taglio agli aiuti esteri da parte degli USA.
Altri siti di guerra a Saigon, che era la capitale del Vietnam del Sud, includono il Palazzo dell'Indipendenza del presidente sudvietnamita, dove i carri armati nordvietnamiti sfondarono i cancelli mentre conquistavano la città, e il Rex Hotel, dove gli Stati Uniti tennero conferenze stampa soprannominate Five O'clock Follies per la scarsità di informazioni attendibili.

Nella periferia settentrionale della città si trovano i tunnel di Cu Chi, una rete sotterranea utilizzata dai guerriglieri Viet Cong per evitare di essere scoperti dagli aerei e dalle pattuglie americane, visitate da oltre un milione e mezzo di persone ogni anno.

Oggi i visitatori possono arrampicarsi e strisciare attraverso alcuni degli stretti passaggi e provare a sparare al poligono di tiro con armi dell'epoca bellica, come l'AK-47, l'M-16 e la mitragliatrice M-60, conosciuta come "the pig" dalle truppe americane per le dimensioni ingombranti e l'elevata cadenza di fuoco.

L'ex zona demilitarizzata, in cui il Paese era diviso tra Nord e Sud, nella provincia di Quang Tri, è stata visitata da oltre 3 milioni di persone nel 2024 e fu teatro dei combattimenti più duri.
Sul lato nord, i visitatori possono passeggiare nel labirintico complesso di tunnel di Vinh Moc, dove i civili si riparavano dalle bombe sganciate dagli Stati Uniti nel tentativo di interrompere i rifornimenti al Vietnam del Nord. I tunnel, insieme a un memoriale e a un piccolo museo al confine, sono raggiungibili con una gita di un giorno da Huế, che di solito include anche una sosta all'ex base di combattimento di Khe Sanh, teatro di una feroce battaglia nel 1968 di cui entrambe le parti rivendicarono la vittoria.

Oggi Khe Sanh conserva un piccolo museo e alcune delle fortificazioni originali, accanto a carri armati, elicotteri e altre attrezzature militari abbandonate dalle forze statunitensi dopo il loro ritiro dal Paese.
Anche Huế fu teatro di una delle battaglie più sanguinose e prolungate dell’intero conflitto, durante l’Offensiva del Têt del 1968, che vide gli scontri più violenti svilupparsi nell’area della Cittadella e della Città Imperiale, oggi Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, situata sulla riva nord del Fiume dei Profumi.

Sebbene i segni dei combattimenti siano ancora visibili, gran parte di questo complesso storico è stata oggetto di un’attenta opera di ricostruzione. A ovest di Huế, in una zona isolata vicino al confine con il Laos, si trova Hamburger Hill, luogo di un cruento scontro avvenuto nel 1969 tra le forze statunitensi e nordvietnamite. Circa cinquecento chilometri a sud-ovest, nei pressi del confine con la Cambogia, si estende la valle di Ia Drang, teatro nel 1965 della prima grande battaglia tra l’esercito americano e quello del Vietnam del Nord. La guerra nel Vietnam del Nord fu caratterizzata prevalentemente da operazioni aeree e il museo della prigione di Hoa Lo, ad Hanoi, ripercorre questa storia dal punto di vista vietnamita.

L’ex prigione coloniale francese, soprannominata con amara ironia "Hanoi Hilton" dai prigionieri di guerra americani, fu utilizzata per la detenzione dei piloti statunitensi abbattuti durante le operazioni di bombardamento. Tra i detenuti più noti vi fu il senatore John McCain, abbattuto nel 1967 e rimasto prigioniero per sei anni nel luogo divenuto uno dei simboli della memoria bellica.

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