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La scuola del futuro secondo Valditara: musica, poesia e una Storia identitaria

Redazione
 

Più che una riforma, sembra l'annuncio di un nuovo corso per la scuola. Un indirizzo che vuole rendere più saldo il legame tra i nostri bambini e la storia del Paese, anche se il discorso, per essere compreso, occorre prenderlo alla lontana. Nel senso che il ministro Valditara sembra volere che la nostra scuola - sostanzialmente stiamo parlando del delicatissimo ciclo formativo delle elementari e delle medie - deve rafforzare il legame con la ''nostra'' cultura, quella italiana e, più per esteso, dell'Europa e quindi dell'Occidente.

La scuola del futuro secondo Valditara: musica, poesia e una Storia identitaria

Una scelta forte, anche se bisogna capire come, in un'epoca di vera globalizzazione, si possa pensare di formare i futuri cittadini solo alla luce dei valori di una parte del mondo, di cui l'Italia fa parte, ma non ne è il centro.
La rivisitazione dei programmi in ottica ''valditariana'' prevede il ritorno, nelle scuole medie, del latino non come materia obbligatoria, però, di fatto ribaltando sui genitori la scelta di fare seguire ai figli lezioni di una lingua fondamentale per l'italiano e le lingue neolatine (francese, spagnolo, portoghese, romeno, non considerando i dialetti di molte regioni di questi Paesi essi stessi lingue) , ma che, come pensano molti, oggi serve poco. Anche se è esattamente il contrario.

Ma andiamo avanti. Valditara, in un'intervista al Giornale, ha anche anticipato che la musica avrà un posto importante nei programmi scolastici, così come lo studio della Bibbia, così come imparare a memorie le poesie - esercizio che, per chi ha qualche anno sulle spalle, un tempo erano gioia e delizia...-.


Ma il salto di qualità più importante riguarda la scelta dei periodi storici che saranno al centro dei programmi, con la massima attenzione per la nascita dell'Italia, da quando era un'accozzaglia di rissose tribù a quando, via via, ha acquisito il rango di nazione, dai romani a seguire, ma sempre da studiare in un'ottica, per così, dire occidentale.
Dice il ministro Valditara: ''La Storia diventa la scienza degli uomini nel tempo. L'idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando inoltre la storia d'Italia, dell'Europa, dell'Occidente. Di più, nella scuola primaria l'insegnamento verterà anche sullo studio del nostro patrimonio storico. Negli ultimi due anni, in particolare l'attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell'antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo''.

Quindi, tanta Italia e tanto occidente nella Storia, mentre per quanto riguarda la letteratura spazio ai grande di casa nostra, con un occhio agli haiku giapponesi (brevi componimenti di forte contenuto emozionale) e ai nuovi (l'esempio è la saga Percy Jackson). Il ministro Valditara ci tiene comunque a precisare che i nuovi programmi sono una proposta, sebbene corroborata dalla partecipazione, alla loro elaborazione, di un comitato di altissimo livello. Su di essi ci sarà un confronto, per prepararne l'arrivo già dall'anno scolastico 2026-2027.

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