L'andamento dell'economia americana, nonostante l'Amministrazione Trump spanda a piene mani ottimismo, comincia a essere oggetto di interrogativi da parte degli analisti, che riflettono sul recente indicatore dell'occupazione che comincia a mostrare segnali di debolezza e che viene vista come l'inizio di un possibile processo recessivo.
Usa: gli analisti lanciano l'allarme, il Paese va verso la recessione
Durante l'estate le assunzioni hanno subito un brusco rallentamento, mentre ancora si stanno valutando i nuovi dati sul prodotto interno lordo, che hanno indicato una crescita media annualizzata dell'1,2% nella prima metà del 2025, ben al di sotto della crescita del 2,8% dello scorso anno. L'economia ha aggiunto una media di circa 35.000 posti di lavoro nei tre mesi terminati a luglio, il che segna un forte rallentamento rispetto ai circa 128.000 posti di lavoro aggiunti mensilmente nei tre mesi precedenti, secondo i dati del Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti. I datori di lavoro stanno assumendo al ritmo più lento dal 2020.
A rendere il clima ancor più incerto sono le scelte del presidente Trump che, non gradendo le rilevazioni del BLS, ritenendole non veritiere, anzi manipolate (senza peraltro fornire prove che suffraghino le sue affermazioni), poche ore dopo la pubblicazione del rapporto, venerdì ha licenziato il commissario del Bureau, Erika McEntarfer, nominata dall'ex presidente Joe Biden e confermata da un voto bipartisan al Senato nel 2024.
Il licenziamento è stato fortemente criticato dal predecessore di Erika McEntarfer, William Beach, secondo il quale si tratta di un ''pericoloso precedente e mina la missione statistica del Bureau". Ma Trump non intende derogare dalle sue convinzioni, tanto che ha pubblicizzato la sua performance economica, sempre via social: "L'economia è in piena espansione sotto 'TRUMP' nonostante una Fed che gioca anche con i tassi di interesse".
Ma alcuni analisti hanno mostrato di non condividere l'analisi del presidente, sottolineando alcuni aspetti del mercato del lavoro. Il calo delle assunzioni ha colpito un'ampia fascia di settori, tra cui quello manifatturiero e il governo federale. Il tasso di disoccupazione complessivo del 4,2% ha continuato a oscillare vicino a un livello storicamente basso, ma la disoccupazione è aumentata tra i lavoratori neri, il che può far presagire perdite di posti di lavoro tra gli altri gruppi.
Mark Zandi, capo economista di Moody's Analytics, ad ABC News, ha detto che ci sono ''rischi sono sempre più alti che stiamo entrando in recessione. Non ci siamo ancora – e forse questa cosa si capovolge. Ma questo sta diventando sempre più difficile da fare ogni settimana che passa".
Zandi ha in particolare criticato i dazi di Trump, che ha imposto una serie di tasse di vasta portata su dozzine di Paesi e su alcuni prodotti specifici, come l'acciaio, l'alluminio e le automobili, dicendo che le tariffe ''pesano sulla crescita economica".
L'amministrazione Trump ha propagandato le tariffe come parte di una più ampia serie di "politiche economiche America First", che hanno "scatenato trilioni di dollari in nuovi investimenti nella produzione, nella tecnologia e nelle infrastrutture statunitensi", secondo il sito web della Casa Bianca.
L'economia dovrebbe rallentare ulteriormente per essere considerata una recessione. Una situazione che molti economisti definiscono come due trimestri consecutivi di declino del prodotto interno lordo corretto per l'inflazione di una nazione, mentre il National Bureau of Economic Research, organizzazione di ricerca considerata un'autorità nella misurazione della performance economica, utilizza una definizione più complicata che tiene conto di diversi indicatori che devono trasmettere "un calo significativo dell'attività economica diffusa in tutta l'economia, che dura più di qualche mese", afferma il gruppo.
Ma ci sono voci discordanti da quelle pessimistiche, come quelle di altri analisti che, pur riconoscendo i numeri tiepidi, ritengono che parlare oggi di recessione è prematuro, affermando che l'economia ha in gran parte evitato il tipo di perdite di posti di lavoro diffuse che spesso accompagnano una recessione, mentre la spesa dei consumatori, che rappresenta circa i due terzi dell'attività economica, è aumentata nei tre mesi terminati a giugno, con gli utili societari sono rimasti solidi.