Se non fosse stato per l'efficienza e l'efficacia degli apparati delle Ferrovie dello Stato preposti alla manutenzione delle linee, quanto accaduto a Padova, a poca distanza dalla stazione della stazione di Montagnana, e che è stato sventato - il personale ha individuato sui cavi dell'elettricità una catena, come quelle antifurto per le biciclette - avrebbe potuto avere conseguenze gravi, forse addirittura drammatiche.
Un episodio che allunga l'elenco di quelli che si stanno ripetendo negli ultimi tempi e che hanno indotto il Gruppo Fs, presumibilmente a conclusione di verifiche e vertici tra il management e i responsabili tecnici, ad investire della vicenda l'autorità giudiziaria, segnalando l'accaduto e, insieme, la preoccupazione generata da troppi elementi coincidenti che mai, in altri periodi, si sono registrati con questa ''puntualità'', creando un pericolo per la circolazione.
L'incidente ferroviario sventato a Padova aumenta i timori
Le parole con le quali il gruppo ha ufficializzato la sua decisione di denunciare quanto accaduto sembra il frutto di una attenta valutazione per chiarire la propria posizione, per evitare interpretazioni superficiali e, contestualmente, per segnalare le sospette anomalie della reiterazione degli incidenti: "Il Gruppo Fs, alla luce dell'ennesimo incidente anomalo sulla rete e di un elenco di circostanze altamente sospette, ha preparato un esposto denuncia molto dettagliato che ha depositato ora presso le autorità competenti. In particolare gli orari in cui si sono verificati alcuni problemi (non può essere un caso che si tratti di quelli più complicati per la circolazione ferroviaria, con ricadute pesanti su tutta la rete), il tipo di guasti e la loro frequenza stanno destando più di qualche interrogativo".
Leggendo il testo e cercando di farne una analisi, balza evidente che la preoccupazione del Gruppo Fs è derivata, oltre che da quanto accaduto, dal fatto che modalità e tempistica sembrano rimandare non certamente al gesto di un singolo disorganizzato soggetto o di suoi emulatori, perché gli ''incidenti'' hanno colpito la rete nelle ore di maggiore transito dei convogli.
Quasi che, ma questo lo diciamo noi, chi ha agito sia perfettamente informato di cose (orari, transiti, scambi) che sono sconosciute alla quasi totalità della gente.
E' forse questo l'aspetto che più inquieta. Perché un conto è trovarsi davanti un ragazzotto che, lo diciamo come esempio, getta un pezzo di ferro o una pietra contro un treno per una bravata, un altro è confrontarsi con le azioni di chi sa quando, dove e come colpire per fare i danni maggiori.
Ieri alla circolazione, domani, se il gesto dovesse sfuggire di mano, ai treni e al loro carico umano.
Il gruppo Fs quindi prende molto sul serio quanto è avvenuto e, come dimostra quanto successo a Padova, il rafforzamento dei controlli sta avendo risultati.
Capire se dietro l'episodio di Padova ci sia un disegno è compito della magistratura, probabilmente non solo quella competente per territorio, considerato che casi molto più gravi (perché non scoperti per tempo o perché attuati da qualcuno che sapeva molto bene cosa e quando fare) si sono registrati intorno a nodi ferroviari di importanza primaria per la rete nazionale. E il probabile profilo di quanto accaduto a Montagnana è confermato dal fatto che le indagini sono state affidate alla Digos, e non ai comandi e alle strutture territoriali di Polizia e Carabinieri.
Gli inquirenti, da parte loro, affermano che quella catena sulla linea elettrica ''se non rimossa, avrebbe potuto danneggiare il pantografo del treno con conseguenti danni per l'alimentazione della linea aerea oltre che arrecare pericolo per la circolazione dei treni, come evidenziato nell'esposto denuncia formalizzato dai responsabili di Rfi".