Esteri

World Media Headlines: Israele approva piano di espansione a Gaza, critiche da opposizione e Regno Unito

Barbara Leone
 
World Media Headlines: Israele approva piano di espansione a Gaza, critiche da opposizione e Regno Unito

A Gerusalemme, il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato il via libera a un piano militare in più fasi per espandere l’operazione a Gaza, con una prima scadenza fissata al 7 ottobre 2025, data scelta non a caso: è il secondo anniversario dell’attacco di Hamas che ha innescato la guerra. Secondo fonti israeliane citate dalla CNN, questa fase iniziale prevede l’evacuazione di Gaza City e un ampliamento della distribuzione di aiuti umanitari, ma senza consegne all’interno della città, così da incoraggiare i palestinesi a lasciare l’area. L’implementazione complessiva richiederà fino a cinque mesi.

World Media Headlines: Israele approva piano di espansione a Gaza, critiche da opposizione e Regno Unito

Il piano, leggermente più limitato di una presa di controllo totale dell’enclave, esclude i campi circostanti e si concentra su Gaza City, ma comporta comunque l’evacuazione forzata di quasi metà della popolazione del territorio, con l’esercito israeliano che già controlla il 75% della Striscia. Non sono mancate perplessità interne: il capo di stato maggiore Eyal Zamir avrebbe avvertito il gabinetto dei rischi di un peggioramento della crisi umanitaria e delle ricadute internazionali, oltre che della minaccia alla vita dei cinquanta ostaggi ancora detenuti da Hamas, venti dei quali si ritiene siano vivi.

Zamir aveva proposto un piano più contenuto, basato sull’accerchiamento di Gaza City e altre aree, ma la proposta è stata respinta. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha commentato che “un piano alternativo” non avrebbe portato “né alla sconfitta di Hamas né al ritorno degli ostaggi”. L’opposizione, con Yair Lapid, ha definito la decisione “un disastro che porterà a molti altri disastri”, contraria alla posizione dell’esercito e dell’apparato di difesa, e frutto della pressione dei ministri di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Per Lapid, l’operazione richiederà mesi, causerà la morte degli ostaggi e di molti soldati, peserà per decine di miliardi sui contribuenti israeliani e provocherà un collasso diplomatico.

Sempre secondo la CNN, l’Indonesia ha annunciato la trasformazione di una struttura sull’isola disabitata di Galang, a sud di Singapore, per fornire cure a circa duemila feriti di Gaza, vittime di bombardamenti e crolli. Il presidente Prabowo Subianto ha ordinato che il centro sia pronto ad accogliere i pazienti, riprendendo la vocazione dell’isola, un tempo campo profughi per i vietnamiti in fuga. Il dissenso non si esprime solo nelle dichiarazioni politiche: secondo Haaretz, sopravvissuti alla prigionia a Gaza protesteranno davanti alla casa del ministro della Difesa Yoav Gallant. Tra loro Iair Horn, liberato nell’ultimo accordo di scambio ma con un fratello ancora in ostaggio, e Ohad Ben Ami, anch’egli rilasciato, insieme alla moglie Raz. Toni accesi anche nei rapporti tra Israele e Stati Uniti: secondo NBC News, Donald Trump avrebbe alzato la voce con Netanyahu in una telefonata, dopo che quest’ultimo aveva accusato Hamas di inventare storie sulla fame a Gaza. Trump, che in Scozia aveva commentato che “i bambini di Gaza sembrano molto affamati” e che “non si può fingere”, avrebbe interrotto il premier ricordandogli di avere prove dirette della carestia.

Netanyahu, riporta Al Jazeera, ha dichiarato di non voler governare Gaza ma di consegnarla a una “terza parte” non specificata. Hamas, per bocca di Osama Hamdan, ha replicato che nessun governo arabo accetterà di collaborare con Israele dopo una guerra così lunga e sanguinosa. Intanto, manifestanti israeliani di estrema destra hanno bloccato per ore, al ponte Allenby/Re Hussein tra Cisgiordania e Giordania, camion giordani carichi di aiuti, definendoli “ossigeno di Hamas”. Azioni di questo tipo si ripetono regolarmente, mentre la crisi alimentare nella Striscia ha già causato quasi duecento morti. Dal Regno Unito, Reuters riferisce che il primo ministro Keir Starmer ha definito “sbagliata” la decisione israeliana e ha invitato Gerusalemme a riconsiderarla “immediatamente”, avvertendo che non porterà alla fine del conflitto né alla liberazione degli ostaggi, ma soltanto a “nuovo spargimento di sangue”. Sempre da Reuters arriva la notizia di un piano statunitense che punta a disarmare Hezbollah entro fine anno, accompagnato dal ritiro di Israele.

Sul fronte ucraino, la CNN ricorda che oggi scade l’ultimatum di Trump a Mosca per porre fine alla guerra, pena severe sanzioni economiche. La Casa Bianca ha minacciato “sanzioni secondarie” contro i Paesi che continuano ad acquistare energia russa, ma l’avvicinarsi di un possibile incontro con Putin sembra aver raffreddato i toni. “Dipenderà da lui”, ha detto Trump, segnalando l’incertezza di questa fase diplomatica. In parallelo, CBS News anticipa che alla Casa Bianca si terrà un vertice “storico” tra Armenia e Azerbaigian, con la firma di un trattato di pace e accordi bilaterali con Washington per sviluppare opportunità economiche. Previsto anche l’annuncio di un corridoio di transito di 43 chilometri, battezzato “Trump Route for International Peace and Prosperity”, per collegare il Caucaso meridionale all’Occidente senza passare per Russia o Iran. L’accordo, frutto di mesi di negoziati, potrebbe aprire la strada all’adesione di Baku agli Accordi di Abramo. Dall’Asia, Reuters rivela che le esercitazioni navali cinesi per il blocco simulato di Taiwan hanno evidenziato Singapore come possibile via di fuga strategica. In America Latina, la BBC riporta che Washington ha raddoppiato a 50 milioni di dollari la taglia su Nicolás Maduro, accusato di narcotraffico. Il ministro degli Esteri venezuelano Yvan Gil ha definito la mossa “patetica” e “propaganda politica”.

Sul fronte economico, Bloomberg segnala che Trump ha nominato Miran nel Consiglio della Federal Reserve, mentre Christopher Waller emerge come favorito alla presidenza. Raphael Bostic prevede un taglio dei tassi nel 2025, con l’impatto dei dazi destinato a pesare a lungo. I mercati reagiscono in calo, con il petrolio avviato alla peggiore performance dal 2021. Washington, intanto, ha introdotto nuove norme sui cavi sottomarini per ridurre i rischi legati alla Cina, mentre i trader si posizionano su asset che potrebbero trarre vantaggio da eventuali progressi nei colloqui di pace sull’Ucraina.

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