In primo piano gli spiragli di una possibile pace in Ucraina, con Mosca e Washington impegnate in un nuovo giro di contatti e Kiev costretta a muoversi su un terreno sempre più delicato. Secondo quanto riferito dalla CNN, il presidente russo Vladimir Putin ha aperto uno spiraglio sul piano statunitense per porre fine alla guerra in Ucraina, affermando che la proposta americana potrebbe “costituire la base per accordi futuri”.
World Media Headlines: il Cremlino valuta la proposta USA, la pace resta lontana
Le sue parole, pronunciate a Bishkek, in Kirghizistan, sono giunte alla vigilia dell’arrivo a Mosca di una delegazione guidata dall’inviato speciale americano Steve Witkoff, attesa all’inizio della prossima settimana per avviare quella che il Cremlino definisce una “seria discussione”. Tuttavia, la disponibilità russa sembra scontrarsi con il ritorno delle richieste massimaliste di Putin, che ha ribadito che la guerra finirà soltanto “quando le truppe ucraine si ritireranno dai territori che occupano”, avvertendo che, in caso contrario, “lo faremo con mezzi militari”.
La CNN ricorda anche che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato incontri entro la fine della settimana con funzionari statunitensi per discutere i punti stabiliti a Ginevra, anticipando “negoziati importanti” che riguarderanno anche lui personalmente. Sullo sfondo rimane la controversa bozza di piano di pace in 28 punti redatta dagli Stati Uniti, inizialmente in linea con l’ampia lista di richieste della Russia, comprese la riduzione dell’esercito ucraino e la rinuncia all’ingresso nella NATO.
Dopo le forti obiezioni di Kiev e di diversi Paesi europei, quella bozza è stata rivista, ma la sua formulazione attuale non è ancora nota. Putin, riferisce ancora la CNN, sostiene di essere stato informato dei progressi e lascia aperta la possibilità che il nuovo testo possa fungere da base per prossimi accordi, pur precisando che sarebbe “scortese” parlare ora di soluzioni definitive. Mentre Kiev tenta di mantenere la compattezza interna in un momento diplomaticamente cruciale, AP News informa che le unità anticorruzione ucraine hanno fatto irruzione nell’abitazione e nell’ufficio di Andrii Yermak, capo dello staff del presidente Zelensky.
Le perquisizioni, condotte dall’Ufficio Nazionale Anticorruzione dell’Ucraina e dalla Procura Specializzata Anticorruzione, riguardano un’indagine su uno scandalo da cento milioni di dollari nel settore energetico. Yermak, figura chiave nei colloqui con gli Stati Uniti, ha confermato che gli investigatori hanno perquisito anche il suo appartamento e ha dichiarato su Telegram di collaborare pienamente. AP News ricorda inoltre che tre suoi ex vice sono stati coinvolti in precedenti indagini: Oleh Tatarov e Rostyslav Shurma hanno lasciato il governo nel 2024, mentre un altro vice, Andrii Smyrnov, indagato per presunte tangenti, continua a lavorare con Yermak. Un episodio che arriva nel momento meno opportuno per Kiev, impegnata a convincere Washington a includere le sue preoccupazioni nei negoziati di pace.
Dal fronte mediorientale, ABC riferisce che il cessate il fuoco a Gaza sta sostanzialmente reggendo, con le forze israeliane ritirate fino alla cosiddetta “linea gialla”. Nonostante ciò, la scorsa settimana nuovi attacchi israeliani hanno ucciso decine di palestinesi, in risposta - secondo Israele - a una violazione della tregua da parte di un uomo armato di Hamas. Restano ancora a Gaza i corpi di due ostaggi deceduti, mentre le autorità israeliane hanno proceduto al rilascio di prigionieri palestinesi e alla restituzione dei corpi di detenuti morti in cambio dei resti degli ostaggi.
ABC ricorda anche che Israele continua a colpire obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano, nonostante il cessate il fuoco siglato lo scorso novembre. E segnala che domenica Israele ha lanciato un attacco aereo su Beirut per la prima volta dopo diversi mesi, uccidendo il capo di stato maggiore di Hezbollah, Haytham Ali Tabataba’i. Nel frattempo, nella Cisgiordania settentrionale è in corso una vasta operazione antiterrorismo israeliana nelle aree di Jenin e Nablus. Secondo ABC, due palestinesi - Mahmoud Qasim Abdallah, 26 anni, e Youssef Ali Youssef Essa’sa, 37 anni - sono stati uccisi giovedì dalle forze israeliane a Jenin.
L’IDF ha spiegato che i due uomini erano ricercati e affiliati a una rete terroristica, aggiungendo che l’incidente è “sotto esame” e che le forze avevano circondato il luogo dove si trovavano i sospettati, tentando per ore una resa negoziata. Solo dopo l’impiego di mezzi ingegneristici, i due sono usciti dalla struttura e sono stati colpiti. L’operazione, riferiscono ancora le forze israeliane, include perquisizioni in oltre 220 siti, interrogatori, arresti di individui ricercati e l’impiego dell’aviazione per fornire supporto ai soldati sul terreno. Intanto, dalla BBC arriva un drammatico aggiornamento da Hong Kong, dove almeno 128 persone sono morte dopo l’incendio che ha devastato un ampio complesso residenziale. Le autorità riferiscono che 79 persone sono rimaste ferite e che 16 corpi si trovano ancora all’interno degli edifici, mentre decine di residenti risultano dispersi. Il servizio antincendio ha confermato che gli allarmi di sicurezza dei palazzi non hanno funzionato correttamente.
La BBC aggiunge che gli esperti ritengono che la presenza di impalcature di bambù e altri materiali di costruzione legati ai lavori di ristrutturazione possano aver contribuito alla rapidissima diffusione delle fiamme. Alcuni residenti avevano già denunciato in passato il mancato funzionamento degli allarmi. Infine, Reuters riporta l’allarme dell’Institut Pasteur di Parigi riguardo al virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità, che continua a diffondersi tra uccelli selvatici, pollame e diversi mammiferi. La direttrice medica del centro per le infezioni respiratorie, Marie-Anne Rameix-Welti, avverte che, qualora il virus dovesse mutare acquisendo la capacità di trasmissione tra esseri umani, potrebbe generare una pandemia potenzialmente più grave di quella del COVID-19. La ricercatrice sottolinea che le persone possiedono anticorpi contro i virus influenzali stagionali H1 e H3, ma non contro il ceppo H5, allo stesso modo in cui prima del 2020 non avevano difese contro SARS-CoV-2. Rameix-Welti ricorda che i virus influenzali possono colpire e uccidere anche individui sani, compresi i bambini.
Reuters ricostruisce inoltre che dal 2003 al 2025 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha registrato quasi mille focolai di influenza umana, soprattutto in Egitto, Indonesia e Vietnam, con un tasso di mortalità del 48%. Tra i casi più recenti, figura il primo contagio umano da H5N5 nello Stato di Washington, negli Stati Uniti, dove un uomo con patologie pregresse è deceduto la scorsa settimana. Nonostante queste preoccupazioni, Gregorio Torres, responsabile del Dipartimento scientifico dell’Organizzazione mondiale per la salute animale, ha dichiarato alla stessa Reuters che il rischio pandemico per gli esseri umani rimane per ora basso. Ha invitato alla prudenza, ma anche a non cedere all’allarmismo, spiegando che la possibilità esiste, ma la probabilità è ancora “molto bassa”. Rameix-Welti, sempre secondo Reuters, osserva infine che il mondo sarebbe oggi più preparato rispetto al 2020. Esistono già vaccini candidati contro l’influenza aviaria, che potrebbero essere prodotti rapidamente, e scorte di antivirali specifici teoricamente efficaci contro il virus H5.