Esteri

World Media Headlines: Trump: “Putin mi ha deluso”

Barbara Leone
 
World Media Headlines: Trump: “Putin mi ha deluso”

In primo piano su tutti i media internazionali la conferenza di stampa congiunta fra Trump e Starmer di ieri, nel corso della quale il presidente Usa ha dichiarato di aver sperato di mediare un accordo di pace tra Russia e Ucraina subito dopo il suo insediamento, ma che le azioni di Putin glielo hanno impedito.

World Media Headlines: Trump: “Putin mi ha deluso”

Una conferenza stampa di un’ora insieme a Starmer che, come sottolinea The Guardian, ha segnato il culmine di una visita di Stato di due giorni durante la quale il presidente ha abilmente evitato diversi punti di tensione tra i due leader. Trump ha scelto di non criticare apertamente il primo ministro sulla questione dello Stato palestinese né di attaccare la Gran Bretagna sulla libertà di parola, sebbene abbia creato imbarazzo suggerendo che Starmer avrebbe potuto far intervenire l’esercito per gestire l’immigrazione irregolare.

I commenti di Trump sul presidente russo, invece, hanno senza dubbio deliziato i funzionari britannici che speravano di sfruttare la visita per isolare Putin sulla scena mondiale. “Mi ha deluso”, ha dichiarato Trump a proposito del leader russo.

“Sta uccidendo molte persone, e ne sta perdendo più di quante ne uccida. I soldati russi vengono uccisi a un ritmo più alto di quelli ucraini”. Il presidente ha spiegato che aveva pensato che sarebbe stato facile negoziare una tregua grazie al suo rapporto con Putin, ma si è trovato di fronte a una realtà ben diversa.

Al termine della visita, Trump non ha mancato di elogiare la famiglia reale, Starmer e il Regno Unito, definendo “spettacolare” l’onore della visita di Stato al Castello di Windsor e celebrando la performance della squadra di paracadutisti Red Devil a Chequers. Non sono mancati però i consueti commenti a ruota libera: dall’energia eolica, “una barzelletta molto costosa”, alla sospensione di Jimmy Kimmel, “non una persona di talento”, fino al suo predecessore Joe Biden, definito “mai la lampadina più luminosa nel soffitto”.

Nonostante le divergenze su riconoscimento dello Stato palestinese e gestione dei flussi migratori, Trump ha evitato di rispondere alla questione della libertà di parola in Gran Bretagna, lasciando un certo sollievo ai consiglieri di Downing Street. Secondo la CNN, il punto più significativo per Starmer è stato riuscire a concentrare l’attenzione di Trump sulla guerra in Ucraina. Durante il banchetto di Stato, il presidente ha riaffermato che il legame tra Stati Uniti e Gran Bretagna è “indistruttibile”, in un momento delicato per il primo ministro, già in difficoltà per la recente rimozione di Peter Mandelson dall’incarico di ambasciatore britannico a Washington a causa dei suoi legami con Jeffrey Epstein.

L’intera visita è stata scandita da massima cautela: manifestanti arrestati, distanza di sicurezza tra Trump e il pubblico e domande dei giornalisti attentamente limitate. Dal punto di vista economico, la visita ha portato un accordo da 150 miliardi di sterline soprannominato “Tech Prosperity Deal”, destinato a rafforzare infrastrutture tecnologiche e intelligenza artificiale in Gran Bretagna. Circa 31 miliardi arriveranno dai giganti statunitensi del settore tech, mentre 90 miliardi saranno investiti da Blackstone nel prossimo decennio. Secondo il governo britannico, l’iniziativa potrebbe creare circa 7.600 posti di lavoro, anche se CNN e Chatham House avvertono che molti degli investimenti erano già programmati e che il vero impatto economico si vedrà solo più avanti.

Nick Clegg ha sottolineato come l’accordo sembri più un gesto simbolico che una trasformazione sostanziale, paragonando il Regno Unito a uno “stato vassallo” tecnologico degli Stati Uniti. Sul fronte energetico, Trump ha criticato i piani britannici di sospendere trivellazioni di petrolio e gas, ma i due Paesi hanno trovato un accordo comune sull’energia nucleare, con l’intento di facilitare la costruzione di centrali in entrambi i territori. Nonostante la pompa dello Stato, resta da verificare quanto questi accordi produrranno vantaggi concreti, come osserva Olivia O’Sullivan di Chatham House.

Intanto la situazione mediorientale resta drammatica. Come riferisce la BBC, gli Stati Uniti hanno posto per la sesta volta il veto a una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Morgan Ortagus, vice inviato Usa per il Medio Oriente, ha criticato il testo per non condannare Hamas né riconoscere il diritto di Israele a difendersi. Gli altri 14 membri hanno votato a favore, esprimendo delusione per il veto: l’ambasciatore palestinese Riyad Mansour ha definito la decisione “profondamente deplorevole e dolorosa”, mentre rappresentanti di Pakistan e Algeria l’hanno definita un “momento buio” e hanno chiesto perdono al popolo palestinese.

Intanto, a Gaza la crisi umanitaria si aggrava: migliaia di persone fuggono dagli attacchi israeliani e secondo il ministero della Salute palestinese i morti sono almeno 65.141, ai quali si aggiungono 435 decessi per malnutrizione e fame, come riportato dalla BBC. Sul fronte asiatico, come segnala ABC News, Trump dovrebbe parlare con il presidente cinese Xi Jinping per definire un accordo sul futuro di TikTok negli Stati Uniti e, più in generale, per esplorare una possibile soluzione alla guerra commerciale tra le due potenze.

Sarebbe la seconda telefonata da quando Trump è tornato alla Casa Bianca e, secondo il presidente, un passo decisivo verso un’intesa più ampia sulle relazioni economiche tra Stati Uniti e Cina. In Europa, la Francia è scossa da una massiccia mobilitazione popolare. Secondo The Guardian, centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in tutto il Paese, tra scioperi dei trasporti pubblici, chiusure di farmacie e partecipazione del personale scolastico, per fare pressione sul nuovo primo ministro Sébastien Lecornu in merito a tagli al bilancio, salari e pensioni. La crisi politica francese segue la caduta di François Bayrou e Michel Barnier, con Lecornu al terzo mandato in meno di un anno.

Le Figaro evidenzia come i leader sindacali della CFDT e della CGT si preparino a un nuovo incontro per definire la prosecuzione delle proteste, sottolineando come il movimento goda di “posizione di forza” e consideri questa giornata un vero ultimatum. Le Monde aggiunge che Macron e Lecornu hanno optato per una discrezione strategica, lasciando spazio a sindacati e opposizione per cercare di influenzare la nuova agenda politica. Le manifestazioni hanno registrato tra 500.000 e 1,1 milioni di partecipanti, da Parigi a Lille, confermando l’intensità della protesta sociale in un Paese che fatica a trovare stabilità politica.

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