L'indice di ''rischio Paese'' dell'Argentina ha superato i 1.400 punti base, toccando il più alto in un anno, a causa delle crescenti tensioni sui mercati. L'indicatore, elaborato da JP Morgan, è balzato del 20,7% giovedì a 1.408 punti base, un livello che non si vedeva da settembre 2024.
Argentina: l'indice di rischio Paese sale ai massimi da un anno
Allo stesso tempo, i titoli pubblici argentini in dollari sono scesi questo giovedì tra il 4,4% e il 9,9%, poiché tra gli investitori crescono i dubbi sullo scenario politico ed economico del Paese. L'incertezza sta colpendo anche le azioni argentine, con cali diffusi fino all'11,9% e un'accelerazione della pressione sul mercato dei cambi, con una domanda sostenuta di dollari per la copertura.
Il prezzo del dollaro nel Banco Nación, di proprietà statale, è salito di 5 pesos giovedì, raggiungendo il record di 1.490 pesos per la vendita al pubblico. Il dollaro è salito anche nel mercato informale, dove ha chiuso a un nuovo massimo di 1.515 pesos per unità, 25 pesos in più rispetto alla chiusura di mercoledì scorso.
Sebbene le tensioni sui mercati finanziari argentini siano in corso da metà luglio, nelle ultime settimane sono state accentuate dalla forte incertezza tra gli investitori sulla direzione economica e politica dell'Argentina.
Sul fronte economico, incombono dubbi sulla capacità dell'Argentina di far fronte ai pagamenti del debito e di far fronte alle pressioni sui tassi di cambio, ai problemi di accumulo di riserve monetarie e alla stagnazione dell'economia.
Sul quello politico, i mercati seguono con attenzione il processo verso le elezioni legislative nazionali del 26 ottobre, segnate dalle tensioni tra il partito di governo e l'opposizione e da un crescente livello di disapprovazione nei confronti della gestione di Milei nei sondaggi.
Una sconfitta del partito di governo a ottobre complicherà le possibilità del governo di attuare riforme strutturali al Congresso dopo dicembre, quando la composizione di entrambe le camere parlamentari sarà parzialmente rinnovata.
Intanto giungono notizie positive sul fronte della disoccupazione che è scesa al 7,6% nel secondo trimestre dell'anno, con un calo di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre è stato identico a quello registrato nello stesso periodo del 2024, secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Statistica e Censimento (Indec). Durante il secondo trimestre dell'anno, il mercato del lavoro argentino ha operato in un contesto di stagnazione economica, con un calo del PIL dello 0,1% rispetto al primo trimestre dell'anno.
Il rapporto Indec indica che, tra aprile e luglio, 1.091.000 persone in cerca di lavoro in Argentina sono rimaste disoccupate, 45.000 in meno rispetto al primo trimestre di quest'anno. Questa misurazione, comunque, copre solo i 31 conglomerati urbani più importanti del Paese, dove vivono 29,9 milioni di persone, su una popolazione totale in Argentina di circa 47 milioni di persone.
Il tasso di occupati che hanno richiesto un altro lavoro è stato del 17,1%, con un aumento di un punto rispetto al trimestre precedente e un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2024. Tra aprile e luglio scorsi, il numero totale di persone con un lavoro che cercavano un altro lavoro è stato di 2,4 milioni di persone.
L'Argentina ha avuto un picco di disoccupazione del 24,1% nel secondo trimestre del 2002, dopo una delle peggiori crisi economiche, politiche e sociali che l'Argentina abbia mai vissuto.
Il rapporto rivela anche che il tasso di informalità del lavoro è salito al 43,2%, con 5,7 milioni di persone che lavorano in quella condizione.