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Tiramisù World Cup, è ancora Veneto il regno del dolce più amato

Redazione
 
Tiramisù World Cup, è ancora Veneto il regno del dolce più amato

C'è un dessert che ha attraversato confini e oceani, conquistando palati da Tokyo a New York, da Parigi a Buenos Aires. Un dolce dalla storia controversa e affascinante, che affonda le sue radici nella tradizione veneta e il cui nome evoca un'immediata sensazione di piacere: il tiramisù. Letteralmente “tirami su”, un invito alla gioia che si ritrova già nella sua denominazione, questo capolavoro della pasticceria italiana è stato celebrato e reinterpretato infinite volte, diventando un'icona gastronomica mondiale.

Tiramisù World Cup, è ancora Veneto il regno del dolce più amato

La sua paternità è contesa da diverse città del Veneto, ma una cosa è certa: è proprio qui, tra le colline trevigiane, che questo dolce continua a vivere la sua consacrazione grazie anche alla Tiramisù World Cup, svoltasi lo scorso weekend a Treviso, e che quest’anno ha incoronato due nuove campionesse, entrambe rigorosamente venete, confermando ancora una volta che la terra d'origine di questo dessert sa custodirne e rinnovarne l'essenza meglio di chiunque altro.

Barbara Tosato, tecnica sanitaria di radioterapia medica originaria di Mestre e nata nel 1969, ha conquistato il titolo nella categoria ricetta originale, quella che rispetta la tradizione dei sei ingredienti canonici: uova, zucchero, mascarpone, savoiardi, caffè e cacao. Nient'altro. Solo la perfezione dell'equilibrio, il risultato di prove e riprove, di un perfezionamento costante della formula classica. Nella categoria creativa, invece, a imporsi è stata un'altra veneta, Daniela De Biasio, cinquantaquattrenne di Farra di Soligo che lavora come operaia in un agriturismo.

La sua intuizione vincente è stata osare con un abbinamento insolito, quello tra caramello salato e composta di albicocche, una combinazione che ha sedotto la giuria grazie al perfetto bilanciamento degli ingredienti e alla stabilità impeccabile della crema. Emozionata al momento della premiazione, Barbara Tosato, tecnica sanitaria di radioterapia medica, ha dedicato la vittoria alla sua famiglia, che l’ha supportata durante tutta la competizione: “Questa vittoria è frutto di costanza, impegno e tanta determinazione. E non è mancato il coraggio di accettare anche le critiche”, ha dichiarato la campionessa, nata nel 1969. Daniela De Biasio, invece, ha condiviso il suo segreto per il successo: “Il bilanciamento degli ingredienti e la stabilità della crema sono stati determinanti”, ha raccontato, ringraziando anche lei i suoi cari che l’hanno accompagnata in questa avventura.

L’organizzatore della manifestazione, Francesco Redi, ha sottolineato quanto il tiramisù stia diventando un simbolo di Treviso, attirando non solo i golosi italiani, ma anche appassionati da ogni angolo del mondo. “Intorno a questo dolce si intrecciano storie, culture e opportunità. La TWC è ormai un appuntamento imperdibile, e la decima edizione promette già di essere ricca di sorprese”, ha dichiarato Redi.

In nove anni di storia, la competizione ha coinvolto oltre tremila appassionati da tutto il mondo. Quest'anno in particolare si è registrata una massiccia partecipazione dalla Germania, anche se i finalisti del 2025 sono stati tutti italiani. Nella categoria ricetta originale, Barbara Tosato ha dovuto vedersela con Daniele Giovinazzo da Aosta e con la trevigiana Monia Salvadori di Spresiano. Per quanto riguarda la versione creativa, Daniela De Biasio ha vinto un vero e proprio derby veneto contro Manuel Coletti da Vazzola, che aveva presentato un tiramisù con pesche sciroppate, noci e cioccolato fondente.

Sul podio anche Paolo Silvegni di Rimini, che si è aggiudicato il premio speciale de La Cucina Italiana per la sua versione arricchita con fave di Tonka e cannella. La categoria creativa consente infatti ai concorrenti di aggiungere fino a tre ingredienti alla ricetta base e di sostituire il biscotto tradizionale. Nel corso degli anni si sono viste versioni davvero sorprendenti: tiramisù con zenzero e cannella, varianti ispirate al mojito oppure all'audace abbinamento di prosciutto e melone, il tiramisù che omaggia il cannolo siciliano e quello che gioca con liquirizia, marmellata di arance e croccante di arachidi.

I numeri sono da capogiro: ogni anno vengono utilizzati novemila savoiardi, centotrenta chilogrammi di mascarpone, tremilasettecento uova, duecentocinquanta chili di cacao, circa duecentoventi di zucchero e dieci chili di caffè. La giuria valuta i concorrenti secondo cinque criteri fondamentali: esecuzione tecnica, presentazione estetica, intensità gustativa, equilibrio del piatto, sapidità e armonia. Perché il tiramisù perfetto, come insegna la tradizione, è questione di equilibrio e di passione.

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