La ''partita'' di tennis (è stata presentata così, ma tutto è stata fuorché questo) tra l'australiano Nick Kyrgios e la numero 1 del ranking della Wta, Aryna Sabalenka, è stata l'ennesima conferma di come, ormai, se tutto fa spettacolo, tutto può essere monetizzato.
Tennis: la 'partita' tra Sabalenka e Kyrgios è stato l'ennesimo affronto allo sport
Come appunto una partita di tennis senza regole, in un campo modificato nelle sue misure, che ha posto di fronte due esseri umani morfologicamente diversi (con la donna svantaggiata nei confronti dell'uomo), con tanto di siparietti che forse dovevano essere comici e che invece sono stati imbarazzanti, per non dire umilianti per chi se ne è reso autore (Sabalenka ha anche improvvisato un balletto durante una pausa, tra un gioco e l'altro) .
Eppure i due protagonisti di quella che è stata etichettata come la ''Battaglia del sessi'', andata in scena a Dubai, con biglietti costati a quasi 800 dollari (per un potenziale pubblico di 17 mila spettatori), hanno riso, scherzato, giochicchiato, insomma hanno fatto quello per il quale sono stati profumatamente pagati: rappresentare quello che, per gli organizzatori, avrebbe dovuto essere un momento storico per la parità di genere e che è invece stato la conferma della mercificazione sfrenata dello sport.
Ma in fondo è stata un semplice pomeriggio tra amici, in cui, dei due ''contendenti'', uno, Kyorgos, è ormai il triste simulacro del campione (finalista a Wumbledon nel 2022, mica un secolo fa) che poteva essere e non è stato, divorato dal demone della polemica e dall'odio che ha saputo ingenerare in molti del suoi avversari per i comportamenti irridenti, quasi al limite dell'offesa.
Quindi, un giocatore di fatto in quiescenza, che, negli ultimi tre anni, ha giocato solo sei partite tra infortuni più o meno gravi e che, tra un incontro e l'altro, ha avuto l'amabilità di insultare tutti, a cominciare da Yannik Sinner, per la vicenda della pomata dopante e della relativa sospensione per tre mesi del campione italiano da lui ritenuta un ''regalo''.
"Penso che questo sia un ottimo trampolino di lancio per lo sport del tennis", ha detto l'australiano dopo il match, quasi che stesse commentando una partita vera e non un modo come un altro per fare cassa.
Più realistica Sabalenka - che forse da numero 1 della classifica non aveva certo bisogno di esibirsi come l'orso della fiera - ha affermato che la partita è stata una buona preparazione per la prossima stagione, con gli Australian Open in programma a gennaio. Per poi tornare a fare business dicendo che vorrebbe giocare di nuovo contro Kyrgios per prendersi una "vendetta".
Se la prima "Battaglia dei sessi" - la partita del 1973 tra Billie Jean King e Bobby Riggs , che la tennista americana vinse in due set e che ebbe luogo nel contesto dei suoi sforzi per avviare un circuito professionistico femminile e ottenere la parità di retribuzione nel tennis - aveva un senso, quella di Dubai è stata un'altra cosa. Perché Sabalenka e Kyrgios – membri della stessa agenzia, Evolve, che ha organizzato la partita – volevano solo mettere in scena uno spettacolo, coinvolgere un pubblico più giovane e guadagnare qualcosa.
Che poi Kyrgios abbia ammesso di avere ''maltrattato'' l'ex fidanzata e che abbia espresso la sua opposizione alla parità di retribuzione nel tennis, conferma che il vil denaro cura e cancella tutto.