Negli ultimi anni il mercato dei mutui ha attraversato momenti di forte turbolenza, ma il 2024 ha segnato una ripartenza chiara e inequivocabile. A certificarlo sono i dati di Banca d’Italia e dell’Agenzia delle Entrate, che evidenziano come il fenomeno della surroga abbia rappresentato ben il 10% delle nuove erogazioni.
Surroga mutuo: il trend continua a crescere e trainare il mercato
Il motivo? Un drastico calo degli indici IRS, conseguenza diretta dei ripetuti tagli al costo del denaro operati dalla BCE. Nemmeno la volatilità registrata nei primi mesi del 2025 sembra frenare questa tendenza. Anzi, il quadro si fa sempre più definito: la surroga continua a essere una scelta strategica per molti italiani che vogliono migliorare le condizioni del proprio mutuo. Ma chi sono questi mutuatari? Quali prestiti stanno rinegoziando? E soprattutto, quanto stanno risparmiando? Scopriamolo insieme.
L’identikit del “surrogatore medio” del 2024 è piuttosto preciso e ben delineato dai dati. Nel 75% dei casi si tratta di uomini con un’età media di circa 45 anni, più alta rispetto ai 38 anni di chi stipula un mutuo per l’acquisto della prima casa. Questi mutuatari presentano una situazione lavorativa stabile, con un contratto a tempo indeterminato nell’87% dei casi e un reddito medio mensile di 2.714 euro, superiore rispetto ai 2.416 euro di chi sottoscrive un mutuo ex novo.
Si tratta, quindi, di una fascia di clientela solida dal punto di vista economico e professionale, che ha colto al volo l’opportunità di migliorare le condizioni del proprio finanziamento approfittando della nuova fase di ribasso dei tassi. Una delle sorprese più grandi è il fatto che quasi la metà delle surroghe (48%) riguarda mutui stipulati tra il 2022 e il 2023. Questa tendenza non è casuale: durante quel biennio, caratterizzato dalla politica restrittiva della BCE, i tassi d’interesse sui mutui fissi oscillavano tra il 3,5% e il 4,5%, ben più alti rispetto alle condizioni attuali.
Chi ha acceso un finanziamento in quegli anni, trovandosi oggi davanti a opportunità decisamente più vantaggiose, non ha esitato a trasferire il proprio mutuo a un’altra banca. Diverso è il discorso per chi aveva stipulato un mutuo tra il 2019 e il 2021, periodo in cui i tassi erano prossimi allo zero. Per questi mutuatari la surroga risulta generalmente meno conveniente, motivo per cui la loro propensione a rinegoziare è decisamente inferiore. Una costante è invece la scelta del tasso fisso nel post-surroga. Il rialzo dei tassi nel 2023-2024 ha infatti creato una diffusa diffidenza nei confronti del variabile, che, pur tornando lentamente a offrire condizioni migliori, continua a essere meno appetibile per chi desidera stabilità nelle proprie rate.
In media, il mutuo surrogato ha una durata residua di 22 anni e un importo di circa 147.500 euro. Alcuni mutuatari hanno optato per soluzioni ancora più vantaggiose, passando a mutui green con tassi scesi sotto il 2,5%.
Ma quanto si risparmia davvero? Al di là delle valutazioni teoriche, il risparmio derivante dalla surroga è tangibile e quantificabile. In media, chi ha trasferito il proprio mutuo nel 2024 ha ottenuto: una riduzione del tasso fisso dell’1% rispetto alle condizioni iniziali; un abbassamento della rata mensile di circa 82,32 euro; un risparmio complessivo sulla vita residua del mutuo superiore ai 20.000 euro.
Numeri che fanno la differenza, soprattutto considerando che la procedura di surroga è gratuita per il mutuatario: tutti i costi sono infatti sostenuti dalla banca subentrante. A livello territoriale il fenomeno della surroga non è omogeneo concentrandosi rincipalmente nel Nord Italia, che da solo assorbe il 61% delle operazioni. Le regioni più attive sono Lombardia (32% del totale nazionale), Lazio (11%) ed Emilia-Romagna (9%). Una distribuzione geografica che trova spiegazione in diversi fattori.
Innanzitutto, nelle regioni settentrionali esiste una maggiore cultura finanziaria, che porta i cittadini a essere più attenti alle opportunità di risparmio. In secondo luogo, queste aree hanno un accesso al credito più diffuso e un elevato numero di mutui recenti, ossia quelli che più spesso vengono rinegoziati. Per quanto riguarda il futuro, se da un lato la volatilità dell’IRS nei primi mesi del 2025 ha riportato un po’ di incertezza nel mercato, dall’altro lato la direzione sembra ormai segnata. A rendere il quadro più ottimistico ci ha pensato poi anche la BCE, ha già annunciato nuovi tagli al costo del denaro che potrebbero favorire ulteriormente la richiesta di surroghe nei mesi a venire.