Nel 2024 il mercato del Supply Chain Finance in Italia mostra una sostanziale stabilità dopo la crescita del 6,3% registrata nel 2023, che ha portato il valore complessivo a 596 miliardi di euro. Con un quadro macroeconomico caratterizzato da tassi di interesse elevati, la crescita nel 2024 si attesta tra lo 0,5% e il 3%, con un valore complessivo stimato tra 594 e 599 miliardi di euro di crediti commerciali.
Supply Chain Finance: un mercato tra 594 e 599 miliardi di euro
Secondo le stime, il mercato servito da soluzioni di Supply Chain Finance rimane stabile rispetto all'anno precedente, con una penetrazione pari al 22% del mercato potenziale, per un totale di circa 131 miliardi di euro. Gli strumenti tradizionali mantengono una posizione dominante: Factoring (60,4 miliardi di euro), Anticipo Fattura (54 miliardi), Reverse Factoring (9 miliardi) e Confirming (1,6 miliardi) si attestano su valori pressoché invariati rispetto al 2023. Crescono invece in misura significativa le soluzioni più innovative, con il Purchase Order Finance che registra un incremento del 35% raggiungendo 1,4 miliardi di euro, il Dynamic Discounting in aumento del 17% a 0,8 miliardi, la Carta di Credito B2B che segna un +11% a 3,8 miliardi e l’Invoice Trading in crescita del 5% a 0,6 miliardi di euro.
"Anche nel 2024 il Supply Chain Finance si conferma una leva strategica per affrontare le sfide dello scenario macroeconomico, caratterizzato da incertezze e pressioni sul capitale circolante - afferma Federico Caniato, Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano (in foto) -. Ma, se il mercato mostra una certa stagnazione, stanno profondamente impattando il settore importanti novità relative a regolamentazione e tecnologia. Le nuove regole sulla rendicontazione delle soluzioni di supplier financing, basate sulle linee guida introdotte dallo IASB, infatti, sembrano rallentare l’adozione di soluzioni di supplier financing, per l’incertezza e le complicazioni tecniche nella rendicontazione. Mentre le direttive CSRD e CS3D sulla sostenibilità ne rimarcano la centralità: le soluzioni 'sostenibili' di Supply Chain Finance possono aiutare le imprese nella transizione e gli ESG information provider possono ricoprire un ruolo centrale per abilitare la sostenibilità nelle soluzioni SCF".
Nel 2023 il capitale circolante in Italia è aumentato del 17%, raggiungendo i 306 miliardi di euro, in seguito all’aumento dei crediti commerciali e delle rimanenze e alla riduzione dei debiti commerciali. Il ciclo di cassa si è allungato fino a 34 giorni (+19%). L’incremento dei tassi di interesse ha spinto molte imprese a prolungare i tempi di pagamento ai fornitori, generando un effetto domino che ha influito sui tempi di incasso. Il contesto geopolitico e le tensioni sulle catene di approvvigionamento hanno indotto le aziende ad aumentare le scorte per mitigare i rischi di interruzioni.
"In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale sta emergendo come una tecnologia di supporto nei processi di Supply Chain Finance, anche se la sua adozione presenta sfide significative, tra cui innanzitutto la necessità di dati di alta qualità - aggiunge Antonella Moretto, Direttrice dell’Osservatorio Supply Chain Finance -. L’utilizzo dell’AI varia dalla previsione dei flussi di cassa futuri per comprendere le necessità di liquidità e di uso delle soluzioni di SCF, fino all’automazione di attività operative, come la riconciliazione di documenti che semplificano l’uso del Supply Chain Finance. Se l’AI si può considerare ormai realtà nel SCF, la GenAI ha ancora un po’ di strada davanti: dall’analisi dei servizi offerti da startup innovative non emergono ancora casi di utilizzo rilevanti, ma la capacità generativa sarà certamente importante nel prossimo futuro nel settore".
Dal 1° gennaio 2024 è diventata obbligatoria la rendicontazione delle informazioni relative all’utilizzo delle soluzioni di Supplier Financing secondo le linee guida IASB. Un’analisi sui bilanci depositati al 31 dicembre 2023 da 167 imprese quotate in Borsa Italiana ha rilevato che nessuna risulterebbe pienamente conforme agli standard richiesti, a causa delle incertezze normative e delle difficoltà tecniche nella rendicontazione.
Il 15% delle imprese quotate in Borsa Italiana (25 su 167) adotta soluzioni di Supplier Financing, ma solo 10 di queste riportano l’informazione nei bilanci. Meno della metà delle imprese che dichiarano di utilizzare soluzioni di SCF fornisce informazioni quantitative e qualitative conformi alle linee guida.
L’adozione di soluzioni di Sustainable Supply Chain Finance e il supporto degli ESG information provider possono facilitare il rispetto della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D), entrata in vigore a luglio 2024. La normativa richiede alle imprese di identificare, prevenire e mitigare gli impatti negativi sull’ambiente e sui diritti umani lungo l’intera filiera. Il SSCF può raccogliere dati dai fornitori e incentivarli a condividere informazioni sulle loro performance di sostenibilità, monitorando i progressi dopo l’implementazione di pratiche di sostenibilità di filiera.
L’Osservatorio Supply Chain Finance ha censito oltre 50 startup che integrano l’IA nel SCF. Sei startup utilizzano algoritmi per prevedere le necessità di liquidità tramite analisi dei dati interni, quattro sfruttano il machine learning per clusterizzare i fornitori in base alle loro esigenze finanziarie e sette offrono soluzioni per automatizzare le attività amministrative. Le applicazioni della Generative AI nel SCF restano limitate, ma il potenziale è significativo: alcune piattaforme stanno integrando capacità generative per automatizzare reportistica e analisi dei flussi finanziari.
L’introduzione di queste tecnologie potrebbe trasformare il settore, migliorando la gestione del capitale circolante e favorendo l’adozione di modelli di finanziamento sempre più efficienti e sostenibili.